di Leonardo Lauriana – Novità nel Pd messinese, che certamente affronta i prossimi appuntamenti elettorali molto “diverso” da come si era presentato nelle ultime amministrative. Un cambiamento “radicale” in un gioco di parole, a segnare un passaggio delicato per il centro sinistra messinese: dopo la notizia dell’ormai dato per certo ingresso di Pietro Navarra in Forza Italia, con l’intento di appoggiare Beppe Picciolo, sono arrivate le dimissioni di Franco De Domenico fino a ieri sera candidato alle regionali nel partito di cui era segretario cittadino.
“Comunico di aver informato il segretario provinciale del Partito Democratico della mia rinuncia alla candidatura alle Elezioni Regionali per le quali avevo dato la mia disponibilità.
Ho riflettuto a lungo prima di decidere – ha comunicato alla stampa l’ex candidato sindaco – per rispetto alle tantissime persone che hanno creduto in me in questi cinque anni e alle quali chiedo scusa per il mio disimpegno, tuttavia, anche per le note vicende dell’ultimo mese che hanno riguardato sia il Partito Democratico che tutto il quadro politico, non trovo più l’entusiasmo e il piacere di fare politica che aveva caratterizzato il mio impegno, per cui torno alle mie attività universitarie e professionali, dalle quali ho sempre tratto vere soddisfazioni”.
Certo sulla decisione avrà pesato il voltafaccia di due eletti già passati nelle file di Cateno De Luca (clamorosa la prima uscita pubblica della consigliera Buonocore, donna indicata proprio dall’asse “navarriano” ), ma dall’altro è lo stesso presidente (per lo meno del consiglio comunale) che ha perculato l’avversario di turno svelando un possibile accordo tra Navarra e Schifani attraverso Picciolo per un assessorato.
Fantapolitica elettorale? Di concreto intanto in queste ore c’è l’accordo tra Più Europa, saldamente rimasta nel centro sinistra dopo il “tradimento” di Carlo Calenda, che oltre a mettere capolista alla Camera la messinese Palmira Mancuso (con Antonio Lo Re e Chira Guglielmino) appoggerà la candidatura di Caterina Chinnici, da Palermo attraverso la presenza del consigliere uscente Cesare Mattaliano, e a Messina dove la stessa dirigente nazionale si candida nel Partito Democratico.
La giornalista nell’occasione della ufficializzazione delle candidature a Palermo, nella sede regionale, ha inviato alla stampa una articolata dichiarazione in merito ad una doppia candidatura che certamente rappresenta per il centro sinistra messinese una novitò politica.
“Senza praticabilità la politica è velleitarismo. E in questa fase storica ogni altro ragionamento che non sia quello di aspirare ad una società aperta, rischia di compromettere anni di lotte per i diritti civili, consegnando alla peggiore destra il futuro del Paese. Non penso a quella destra moderata oggi rappresentata da Calenda e Renzi, che hanno raccolto l’eredità politica di Forza Italia ormai ridotta in Sicilia a bancomat di seggi per gli amici personali di Berlusconi, ma a quella di Salvini e Meloni pronti a relegarci fuori dall’Europa.” Così in una nota la capolista alla Camera nel collegio Sicilia 2 Messina Enna – “La mia candidatura alla Camera con Più Europa ha avuto come naturale conseguenza sul territorio la presenza alle regionali all’interno della lista del PD – prosegue la Mancuso- bisogna mettere in chiaro da che parte stiamo e che crediamo in una sinistra moderna, atlantista, europeista, progressista ed ecologista. L’unica forza politica ben strutturata a sinistra è il PD, che se da un lato subisce le difficoltà di un grande partito e dunque preda di una classe dirigente non sempre all’altezza (come mostrato dai recenti cambi di casacca in chiave populista) dall’altro contiene tutti gli anticorpi per superare la crisi. Anche questo dimostra la richiesta di volermi candidata alle regionali: la necessità di un rinnovamento non strizzando gli occhi alla sinistra estrema, ma guardando a quell’area liberale, radicale e riformista, in Europa rappresentata dall’Alde, di cui sono espressione. La vera sfida oggi è realizzare le riforme necessarie a raggiungere gli obiettivi del PNRR, senza paura del cambiamento. Il rischio è che il sistema elettorale, che molta di questa classe dirigente che oggi si lamenta non ha saputo cambiare, premia chi vuole conservare lo status quo o peggio chi vuole tornare indietro su diritti acquisiti mettendo in discussione persino la libertà individuale. Per noi di Più Europa la priorità è rimanere ancorati ai principi che stanno alla base della democrazia, della pacifica convivenza tra i popoli, dell’autodeterminazione. E pensando “glocal” e guardando alla realtà di Messina non posso che assumermi la responsabilità di quel coraggio politico che i tempi richiedono, per rafforzare l’opposizione al populismo “pigliatutto” di Cateno De Luca. Io ci sono, e oggi più che mai voglio dare voce a chi non si sente rappresentato da certa classe dirigente che si spaccia per nuova ma che da vent’anni fa politica in maniera personalistica. Spero quindi che chi non ha votato alle ultime elezioni si assuma la responsabilità del cambiamento, sbarrando il simbolo Più Europa e votando anche alle Regionali una persona come me, rappresentante di una generazione che ha pagato il costo più alto, in termini soprattutto di precarietà. E poi la mia speranza è che da Messina parta quel piccolo miracolo che più volte è già accaduto nel corso della storia. Come quando da Palazzo Zanca l’Unione Europa muoveva i primi passi, inseguendo un sogno che dobbiamo ancora pienamente realizzare: gli Stati Uniti d’Europa.”