Si è conclusa la XV edizione del Salina Festival diretto da Massimo Cavallaro, che ieri ha consegnato il premio CineMareMusica alle Brigantesse di Librino con la seguente motivazione letta alla presenza del sindaco di Santa Marina Salina Domenico Arabia e del vicesindaco di Malfa Giuseppe Siracusano: “grazie alla passione per il rugby perseguono con tenacia l’idea che lo sport è un diritto di tutti, per tutti e tutte, che può dare dignità, forza e fiera consapevolezza di se, diventando un importante punto di riferimento culturale e sociale nel contrasto alla cultura dell’illegalità”.
Dopo aver premiato nella scorsa edizione una grande personalità come Letizia Battaglia, che ha onorato il festival con una delle sue ultime apparizioni in pubblico, il filo “rosa” delle donne impegnate nel perseguire il riscatto sociale non solo in termini personali, ma soprattutto sociali, ha visto in queste giovani giocatrici una bella pagina della storia siciliana di cui andare fieri. Pippa, Gloria e Arianna, in rappresentanza della squadra, hanno ripercorso i momenti salienti di questa avventura che prosegue e che cresce grazie alla presenza di nuove leve, consapevoli della sfida ma anche del grande messaggio che arriva dalla loro presenza nel territorio. Una speranza di riscatto per molti che, attraverso la semplicità dell’aggregazione sportiva, scoprono il senso della squadra, del dovere, della solidarietà, dell’emancipazione e dell’essere cittadini consapevoli.
Durante la consegna del riconoscimento, le Brigantesse hanno donato alla comunità dell’isola di Salina, un pallone da rugby con il loro motto, “Ama l’ovale e odia il razzismo, tutto muscoli e tutto cervello, mischia fino alla vittoria!” come monito per tutte le istituzioni italiane a porre sempre maggiore attenzione verso le fasce più deboli, verso quelle realtà di periferia sociale da cui la mafia può solo trarre manovalanza se non si investe nel creare alternative a scelte che sembrano ineluttabili.
Dopo la premiazione è stato proiettato il documentario musicale “Mavis” la leggenda del gospel, del soul e dei diritti civili. Una storia che ha ripercorso gli anni dell’America di Martin Luter King, quando la musica era il megafono di un fermento sociale che oggi torna prepotente dopo le vicende di George Floyd e le manifestazioni di Black Lives Matter.
“Sono molto soddisfatto – ha concluso Massimo Cavallaro – soprattutto per la partecipazione di un pubblico attento ed entusiasta. L’augurio è che la scorta di “Enzimi” proposti da questo Salina Festival ci aiuti a tenere sveglia la coscienza e rinfranchi e nutra lo spirito”.
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