di Veronica Pagano – Lo scorso 7 luglio, alla Camera di Commercio locale, la messinese Annita Vesto ha presentato la sua prima opera, un libro-dedica rivolto alle giovani ragazze (e non solo) per riconoscere e difendersi dalla violenza di genere, fenomeno sempre più presente nella società odierna. “Lettera d’amore per te” è il suo regalo di madre alla figlia per i suoi diciott’anni, compiuti in pieno lockdown.
Ad aprire l’incontro, moderato dall’avv. Barbara Rosati, sono stati Ivo Blandina e Paola Sabella, rispettivamente Presidente e Segretaria Generale della Camera di Commercio di Messina, che hanno ricordato l’impegno costante dell’Ente camerale nella promozione di azioni per le pari opportunità: l’istituzione del Comitato d’imprenditoria femminile, l’adozione del linguaggio di genere nella comunicazione istituzionale, l’organizzazione di corsi sulla certificazione della parità di genere e molto altro.
Vesto: “Ho detto a mia figlia che non sempre si incontra il principe azzurro”
Nata a Messina, Annita Vesto svolge oggi la professione forense in Abruzzo, un lavoro che l’ha portata a contatto diretto con le vittime di violenza, ormai sempre più numerose. Il suo libro nasce quindi da una necessità: “Questo libro nasce per mia figlia, musa ispiratrice di tutto – dichiara l’autrice raggiunta dai nostri microfoni – affinché, attraverso questi piccoli consigli che le do come mamma, potesse conoscere, prevenire e mai vivere la violenza di genere“.
Un compito tutt’altro che facile su un fenomeno spesso non affrontato in famiglia: “Parlare di questi temi non è facile, soprattutto con la propria figlia – ammette – ho cercato di farlo con le parole più giuste, cercando di non impaurirla, ma soprattutto cercando di dare quei consigli che solo una mamma può dare. L’ho fatto attraverso i miei studi, il mio lavoro e la mia esperienza nel campo, ma anche attraverso i canali da lei conosciuti: cantanti, fiction e le esperienze vissute giornalmente”.
Tra le canzoni citate nel libro è presente anche “L’amore Eternit”, grande successo del rapper milanese Fedez, in collaborazione con Noemi, sugli amori finiti che lasciano le cicatrici, lividi che feriscono l’anima: “Ho detto a mia figlia che non sempre si incontra il principe azzurro, che la casa della Mulino bianco non esiste e non è mai esistita, né esisterà”.
Superare la violenza di genere
La prevenzione e il contrasto della violenza di genere richiedono un impegno costante e trasversale che coinvolga tutte le istituzioni, compresa l’Università. Tra i primi atenei che hanno avviato percorsi formativi specifici c’è proprio l’Università degli Studi di Messina che, nel 2004, diede il via a “Donne, politica e istituzioni”, introducendo così nelle aule universitarie materie che mai prima di allora vi avevano trovato posto. A questa iniziativa va il pregio di aver formato donne che hanno svolto ruoli importanti nella vita politica del territorio, tra cui Mariella Crisafulli, oggi Consigliera di parità per la Città metropolitana di Messina.”
”La violenza genera violenza – ha dichiarato la prof.ssa Giovanna Spatari, intervenuta al convegno – spesso i minori sono vittime di violenza assistita. È quindi fondamentale partire dalla scuola per agire su un retaggio culturale che (ancora oggi) riscontriamo nell’organizzazione della famiglia secondo un modello tradizionale”.
La Spatari, Prorettrice Welfare e politiche di genere dell’Università, si è quindi soffermata sull’importanza della messa in sinergia di competenze ed esperienze del territorio variegate, ma non solo: “Il supporto alle vittime di violenza deve essere a 360 gradi. Una violenza che però non è solo femminile. Questa è un’occasione importante – ha precisato – per veicolare un messaggio alla società civile: non possiamo avere un ruolo passivo, dobbiamo svolgere un ruolo attivo. Quello che succede nell’appartamento accanto a casa nostra, quello che vediamo è un problema nostro. Noi non possiamo girarci dall’altro lato solo perché non interessa la nostra sfera”.