di Stefania Mazzone – Manuela è nostra figlia, nostra sorella, nostra amica, nostra madre, siamo state noi, siamo noi. Lo splendido libro di Mario Falcone, Manuela, edito da Giulio Perrone, si legge d’un fiato, d’un fiato trattenuto fino alla fine, mentre le viscere si torcono, sale la rabbia, i battiti aumentano, la consapevolezza cresce. Giovani donne, giovani uomini, adulte stanche, adulti senza scrupoli, inconsapevolezza dei corpi e della loro proprietà, junk space. Padri e madri inadeguati, scuola in difficoltà, società competitiva, comunità escludente. Il vuoto e il pieno del nostro mondo, il vuoto e il pieno trasfigurato e contemporaneo della storia del mondo. Mario Falcone, l’autore-stregone, crea un mondo letterario e lo crea col sangue, la testa, i nervi, il cuore, suoi, nostri. E ci interroghiamo: chi siamo? Chi siamo state? Chi siamo stati? Chi saremo? Dentro questa storia ci siamo tutte e tutti, è la nostra storia, una storia di corpi, di cuori, di verità, di bellezza del fiore del letame e di bruttezza del diamante. Una testimonianza narrativa e corporea di altissimo valore. Una profonda elaborazione tra il vissuto e il desiderio delle nostre giovani donne alle quali lo stile di vita arido e competitivo proposto dal mondo adulto ruba l’infanzia, ma non l’innocenza.
Grazie Mario Falcone, per averci restituito, con l’evocazione sinestetica dello sceneggiatore, questo pezzo di noi nel quale specchiarci e grazie al quale, essere cambiamento.
