È ora di finirla con il cibo “Fake” anche in cucina c’è bisogno di verità e la creatività non è scomporre cannoli.
Dal palco del Palazzo Duchi di Santo Stefano di Taormina l’Ambasciatore del Gusto messinese Pasquale Caliri ha chiuso l’ultima giornata di Taobuk incentrata quest’anno sul tema della “Verita”.
“ Il vero in cucina – ha esordito lo chef del Marina Del Nettuno – è possibile se ripartiamo dalla considerazione di Gualtiero Marchesi di non cucinare ad altri quello che non cucineremmo per noi e mai come adesso c’è bisogno di trasparenza, di autenticità e di riscoperta dei valori autentici del Made in Italy tema caro agli Ambasciatori Del Gusto”.
I toni sono pacati ma non sono mancati quelli polemici.
“All’estero si chiama Italian Sound – continua il cuoco – cioè quel suono di italianità che di autentico non ha nulla, e di fake putroppo ne vendiamo anche nel nostro paese proponendo a volte prodotti che sono lontani dall’artigianalita, dal rigore, dall’attenzione al valore del cibo”.
Lo chef prende ad esempio il cannolo siciliano, emblema e simbolo della pasticceria dell’isola troppo spesso prodotto in versioni a basso costo e, anche per questo, scadenti.
Il tipico dessert siciliano da’ allo chef il via per lanciare stoccate anche nei confronti di una certa ostentata creatività: “ Il cannolo scomposto è una scemenza – ha detto rompendo scorze di cannolo sul palco durante l’intervista con il giornalista Emilio Pintaldi – la creatività è ben altro”. I toni si alzano quando l’intervistatore introduce sui temi della mancanza di personale che affligge i settore.
“Non è tanto colpa del reddito di cittadinanza quanto di un vero e proprio cambiamento collettivo che ci sta traghettando verso una “società ottusa” – sostiene Caliri citando Paolo Ercolano che ha trattato sociologicamente il tema – un mondo dove il denaro e la sua estemporaneità viene prima di ogni altro senso del valore e del sacrificio”.
L’incontro si è concluso “dolcemente” con una degustazione del suo “Cannolino vestito di nuovo” dove il tradizionale dolce siciliano viene reinterpretato con magistrale effetto all’interno di una scorza di torroncino al pistacchio.