Le due realtà associative dei villaggi di Mili, Centro Turistico Giovanile LAG e il Comitato Vallata di Mili, scrivono una lettera aperta ai candidati sindaco sulla vivibilità dei villaggi interessati e sull’effetto che questa ha sul turismo:
«Come accade da decenni in ogni campagna elettorale, in queste ultime settimane sono stati diversi gli interventi e le proposte che i candidati a sindaco della nostra città hanno dedicato ai villaggi.
Nel confermare la nostra scelta di essere super partes, non possiamo però tacere sull’argomento, facendo notare che, come al solito, tra le tante proposte messe in campo poche puntano a ciò di cui hanno veramente bisogno i villaggi collinari e costieri del nostro territorio.
Ciò che fa più impressione è che, mentre si accenna a progetti di sviluppo culturale o turistico del territorio periferico, non si parla, o non lo si fa abbastanza, della necessità di rendere migliore la vita di chi tutti i giorni questo territorio lo vive nonostante le tante, troppe difficoltà. Non c’è bisogno di scomodare esperti dello
sviluppo turistico per sapere che ciò che prima di tutto serve ad un qualsiasi territorio che voglia essere appetibile a visitatori, escursionisti e turisti è la vivibilità: un territorio in cui chi ci vive lo fa tra mille difficoltà non potrà mai essere realmente attrattivo per chicchessia.
E non c’è bisogno di scomodare esempi troppo lontani per vedere come diversi borghi della nostra Città metropolitana, che negli ultimi anni hanno conosciuto importanti incrementi di turisti e visitatori, prima di tutto hanno pensato a riqualificare i loro centri storici, rendendoli attraenti alla vista ed all’esperienza ma prima di tutto vivibili per i loro abitanti incrementando e migliorando i servizi.
I due borghi marittimi della vallata di Mili (Mili Marina e Mili Moleti) e i tre collinari (Mili S. Marco, Mili S. Pietro, Tipoldo) condividono con gran parte dei numerosi villaggi della città tante problematiche che spingono ogni giorno tante persone, soprattutto giovani coppie, ad andare via per stabilirsi nei comuni confinanti, dove i servizi e la qualità della vita sono decisamente più accettabili.
Come può un territorio che fa scappare i suoi stessi abitanti essere attrattivo per chi
viene da fuori? Condividendo o meno le motivazioni dei due comitati referendari, tutti i cittadini delle nostre zone possono ben capire il ‘fenomeno-Montemare’, le sue motivazioni e la sua genesi.
Ecco allora che le riflessioni di quest’ultimo scorcio di campagna elettorale andrebbero indirizzate, più concretamente, su come rendere attrattivi i villaggi per i loro stessi abitanti, prima ancora che per chi voglia visitarli (ammesso che realmente si possano generare flussi turistici importanti in aree che si trovano nelle condizioni attuali).
Su questo ci facciamo promotori di tre proposte concrete che ci auguriamo trovino sostegno non tanto in queste ultime fasi della campagna elettorale, quanto nei prossimi mesi e anni:
1. Tutelare e incrementare i servizi per l’infanzia e l’adolescenza (scuole dell’infanzia e scuole primarie, oratori), sia direttamente sia sostenendo parrocchie ed associazioni,
abbandonando la logica dei costi-benefici che ha sempre penalizzato i villaggi anche nel
confronto con i vicini centri abitati di altri comuni;
2. Riqualificare i centri storici dei villaggi, prevedendo la sostituzione integrale dei servizi
ormai deteriorati (prima di tutto le reti fognarie, ormai obsolete), la realizzazione di quelli
mancanti (soprattutto la rete di raccolta delle acque piovane, praticamente inesistente), la
ripavimentazione integrale delle strade con materiali compatibili con le caratteristiche del
territorio; per farlo è necessario attrarre finanziamenti da fondi nazionali ed europei, come
hanno fatto i piccoli comuni vicini;
3. Mettere in sicurezza le strade, indispensabili vie di fuga in caso di calamità naturali.
Auspichiamo che i candidati a sindaco vogliano prendere seriamente in considerazione queste proposte dei cittadini della vallata di Mili e auguriamo alla prossima Amministrazione comunale di saper costruire davvero quella ‘svolta’ che tutti i cittadini dei villaggi attendono ormai da decenni».