«Nella mia vita non ho mai assunto posizioni precostituite e ho sempre creduto nella forza dell’ascolto. Quando, qualche settimana fa, ho incontrato i promotori del “No” al referendum dissi loro che avrei voluto incontrare anche chi la pensava in maniera opposta».
A dichiararlo è Maurizio Croce, candidato sindaco di Messina del centrodestra, che nel tardo pomeriggio di ieri ha partecipato ad una riunione con gli esponenti del Comitato del “sì” al referendum.
«In queste settimane – ha evidenziato – sto ribadendo senza sosta quanto sia necessario restituire dignità alla nostra città e ristabilire i valori della democrazia. In questo quadro, sono convinto che alla base del sentimento che ha portato alla creazione del comitato per Montemare ci siano motivazioni profonde, logiche, che condivido al 100%. Conosco questo territorio benissimo, perché ho passato la mia infanzia ad Acqualadrone, e quindi ne intuisco le potenzialità e, giocoforza, il sentimento, diffuso, di totale emarginazione nella percezione del rapporto con un’amministrazione comunale che nel recente passato ha determinato, senza tema di smentita, uno scollamento irreversibile con gli organismi periferici. Se un gruppo di cittadini – prosegue il candidato sindaco del centrodestra – si riunisce in un comitato, studia in maniera approfondita una legge e richiede un referendum con la finalità di creare un nuovo Comune, siamo di fronte ad un gesto di disperazione. Non posso promettere soluzioni semplici ad un problema complesso – sottolinea Croce – ma solo ribadire la proposta contenuta del nostro progetto, come ho evidenziato nell’incontro di ieri. La retorica politica – insiste il candidato del centrodestra – non fa per me: mi preme solo rispondere alle istanze che questi concittadini stanno manifestando».
In conclusione, Maurizio Croce sottolinea la sua posizione sulla data del referendum:
«Anch’io, come i membri del comitato per il “Sì”, credo che non si debba votare per il referendum nella stessa data delle elezioni comunali. Sarò al loro fianco in questa battaglia, perché è innegabile che il voto verrebbe contaminato. Detto questo, ritengo che, a prescindere da tutto, il referendum non sia lo strumento giusto: da candidato a sindaco di Messina, non vorrei perdere un pezzo fondamentale di città. Posso, invece, garantire il massimo dell’impegno affinché le motivazioni che hanno prodotto questo scenario vengano superate una volta per tutte: solo questo indirizzo, nella sostanza, potrà dimostrare che non serviva un altro Comune».