Grande affluenza di pubblico il 10 maggio scorso presso la Chiesa di Santa Maria degli Alemanni per la presentazione de “L’Angelo e il Dio Ignorante”, ultimo scritto di Ignazio Pandolfo, edito da Bookabook – casa editrice nazionale che opera attraverso il crowdfunding – in libreria e store digitali dal 31 marzo scorso.
Introdotto dai saluti di Daniela Bonanzinga, dell’omonima libreria promotrice della serata, l’evento si è svolto in forma di dibattito/confronto tra la biologa e scrittrice Valeria Micale e l’autore, che hanno conversato sulle tematiche portanti del romanzo e sulle numerose suggestioni interpretative.
In primo piano il rapporto tra scienza medica e morale, ricerca ed interesse privato; ma anche significativi riferimenti alla religione, ad un trascendente che spesso sembra stridere con le scelte dell’umana coscienza, in situazioni estreme, come quella riguardante l’eutanasia.
Ma la peculiarità dell’opera di Pandolfo consiste soprattutto nel suo porsi al di fuori di una precisa identificazione di genere. “L’Angelo e il Dio Ignorante” si discosta infatti dai titoli precedenti della “Tetralogia di Chicago”, più vicini al thriller, per riprendere le fila del primo romanzo “Viaggio al fondo del diluvio”, virante al distopico. E’ un opera di fantascienza, ma si possono reperire anche argomenti tipici del cyberpunk, in cui biomeccanica e informatica entrano a far parte dell’universo umano trasformandolo. Motivo per il quale ci si può spingere in territori inesplorati, negli spazi di un futuro in cui diventa atto ciò che nel nostro presente è potenza, e in cui è possibile collocare la storia di Liam, clone di un individuo malato, che per una felice intuizione del suo artefice non è solo una copia fisica di un’altra persona, ma ha in sé i germi di una struttura subcoscienziale, tanto individuale che collettiva:
“E’ un romanzo di formazione che rappresenta metaforicamente la condizione umana. – ha sottolineato Pandolfo – Liam è una creatura che nasce con un sostrato subcoscienziale (subcoscienza di specie), che permette all’individuo fin da piccolissimo di distinguere il bene dal male. E’ un soggetto creato quasi inconsapevolmente, utilizzando sequenze di genoma ed ha la possibilità di evolversi; tant’è che avrà un percorso di progressiva umanizzazione, un po’ come il legno in Pinocchio sbozzato da un tronco che diventa un bambino vero”.
Una storia di formazione quindi, che diventa metafora dell’uomo e degli interrogativi esistenziali che si pone. Liam vaga alla ricerca della sua copia originale, e passando per “il ghetto”, apprende l’esistenza del male e della sofferenza, ma anche del bene e dell’amicizia, e come tutti gli esseri umani si pone dei perché, compreso quello della fine. Etica e scienza a confronto, quindi, secondo uno degli scrittori di riferimento di Pandolfo, William S.Burroughs, di cui in epigrafe al libro viene riportato un pensiero tratto da “Nova Express”:”In un laboratorio integrità e coraggio sono degli ostacoli; esperimenti per far evolvere il male presero controllo di questo pianeta”. Burroughs pone quindi dei dubbi in merito all’etica, di cui la scienza può o meno fare tesoro.
“Parliamo della clonazione umana – ha aggiunto l’autore – che ancora tecnicamente non è fattibile. Probabilmente lo diventerà, e a questo punto il problema etico non si porrà. Niente pone limiti alla scienza se non il mercato. Qualcosa di economicamente accettabile, anche se eticamente riprovevole, viene accettata e messa in pratica; basti pensare alla bomba atomica. Non c’è niente di eticamente più terrificante, eppure gli arsenali nucleari ne sono pieni. Credo che se la clonazione umana avrà dei vantaggi in termini economici o di utilizzo sociale, utilizzo di manodopera sociale, con individui prodotti sinteticamente, sarà fatta, magari tra 200 anni”.
Tante quindi le tematiche che rendono lo scritto di Pandolfo un libro da leggere e approfondire, motivo di arricchimento personale per le molteplici fonti di ispirazione alla base, che partendo dalla medicina e dalla biologia vanno a toccare l’etica, la religione, la psicanalisi; ma anche le arti figurative (soprattutto i contrasti di luce e ombra tipicamente caravaggeschi) e persino il cinema, che influenza uno stile profondamente visivo e sensoriale.