«Quali istituzioni si assumeranno la responsabilità se un giorno, malauguratamente, la vallata di Santo Stefano dovesse vivere una tragedia paragonabile a quella di Giampilieri e Scaletta Zanclea nella serata del 1° ottobre 2009? Perché questo è il rischio che corre quella vallata. Non lo dicono solo gli abitanti, che ben conoscono il loro territorio e sono consapevoli dello stato di dissesto idrogeologico in cui versa l’alveo torrentizio e dell’assenza di vie di fuga. Lo ha scritto anche Angelo Borrelli, Capo del Dipartimento della Protezione Civile».
Così interviene il candidato sindaco della lista “Messina In Comune”, Gino Sturniolo, in merito al rischio che vivono gli abitanti del villaggio di Santo Stefano. Nei giorni scorsi, infatti, il gruppo ha incontrato alcuni componenti del comitato che da anni chiede la realizzazione di una via di fuga. Sturniolo, insieme ad una delegazione della lista, ha ascoltato le loro rivendicazioni.
«Il documento dell’Ufficio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, da lui sottoscritto e datato 23/02/2021, sottolinea, infatti, in risposta ad una dettagliata missiva inviata dal “Comitato per la rinascita di Messina”, che “ogni iniziativa volta alla gestione del territorio è attribuita alla esclusiva competenza degli Enti e Amministrazioni locali”, che Borrelli invita a verificare la veridicità di quanto denunciato e a volere mettere in atto “gli interventi strutturali e non strutturali” necessari a mitigare le condizioni di pericolo e garantire l’incolumità degli abitanti – spiega Sturniolo – Inutile dire che, nonostante la sollecitazione del Dipartimento nazionale di Protezione Civile e le promesse elettorali dell’ex sindaco Cateno De Luca, niente di significativo negli ultimi anni è stato fatto (né in termini di azioni, né in termini di progettazione) per ridurre i rischi cui perennemente i residenti sono sottoposti».
«È giusto sottolineare, però, il protagonismo civico degli abitanti della vallata di Santo Stefano, che si sono riuniti in Comitato per battersi per la propria sicurezza e la salvaguardia del territorio – evidenzia il candidato sindaco di “Messina In Comune” – Attraverso una mobilitazione fatta di iniziative e studi circostanziati, il Comitato ha evidenziato le opere necessarie a mettere in sicurezza il torrente, inserito nella categoria R4, che indica il rischio idrogeologico più elevato con probabilità di perdite di vite umane, lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale».
«Il Comitato ha rilevato che il torrente è diventato una vera e propria bomba pronta a esplodere a causa, ad esempio, del fatto che in alcuni punti l’area tra l’alveo e i ponti è completamente ostruita. Per tale motivo – spiega Gino Sturniolo – il gruppo di cittadini sollecita da anni la realizzazione di una via di fuga, poiché l’unica strada che attualmente serve i paesi interessati in alcuni tratti è larga appena 4 o 5 metri e non presenta slarghi. Ne deriva un rischio elevatissimo nel caso in cui dovessero presentarsi situazioni d’emergenza che necessitino l’intervento di ambulanze. D’altronde, in caso di calamità naturale, l’assenza di una via di fuga causerebbe l’isolamento delle zone colpite».
«La condizione di rischio che gli abitanti dei villaggi di Santa Margherita, Santo Stefano Medio e Santo Stefano Briga vivono è simile a quello di altri villaggi adiacenti a torrenti che non ricevono da anni alcun tipo di manutenzione – conclude Sturniolo – Gli abitanti di quei villaggi hanno diritto a non dover “guardare ogni giorno se piove o c’è il sole per saper se domani si vive o si muore”. Noi ci siamo stati sempre nelle lotte in difesa dei territori. Noi saremo al loro fianco per imporre il diritto a vivere in sicurezza».