di Veronica Pagano – Anche quest’anno, la ricorrenza del Primo Maggio diventa occasione per ripensare la condizione del Meridione rispetto al resto d’Italia. Una condizione drammatica, specie per la nostra città dove – ricorda Ivan Tripodi, Segretario generale della UIL di Messina – “la crisi e la disoccupazione, il lavoro nero e la mancanza di basilari e credibili progetti di sviluppo futuro rappresentano la tragica quotidianità”.
Messina: il lavoro che non c’è
“Anche quest’anno, specie alle nostre latitudini – afferma Tripodi – la festa del lavoro è il momento per rilanciare con forza il tema del lavoro che non c’è, per denunciare la necessità di dare risposte ad ampissime fasce sociali che sono allo stremo e che non hanno alcuna prospettiva occupazionale, per ricordare e non dimenticare mai – prosegue – che bisogna fermare la mattanza delle vittime sul lavoro, per ribadire l’estrema necessità di arrestare la silente ed inarrestabile fuga di cervelli e braccia, costretti a cercare lavoro e prospettive di vita fuori dai confini nazionali ed europei”.
Nel richiamare i fondi del Pnrr, la Uil si distacca con decisione dallo “sterile coro di chi pensa che con gli ingenti fondi che dovrebbero arrivare – spesso remake di investimenti già previsti, non utilizzati e rinominati per ricostruirne una verginità amministrativa – avremo definitivamente risolto i problemi economico-sociali del territorio e saremo al cospetto di un nuovo boom economico. Non è così!”.
L’accusa di Tripodi: i nostri appelli rimasti inascoltati
“I nostri disperati appelli e le nostre richieste di invertire la rotta, coniugate a proposte concrete e soprattutto realizzabili – incalza Tripodi – sono stati sistematicamente inascoltati e, dunque, siamo giunti ben oltre i tempi supplementari per un territorio inaridito dall’assenza di politiche di sviluppo, di idee e di prospettive per il futuro e massacrato da governi ed amministrazioni fallimentari.”
“È indispensabile – conclude – un profondo rinnovamento di uomini ed idee che metta al centro delle scelte il mondo del lavoro e dei lavoratori. È imprescindibile ed è vitale per una società che, anche per le vicende legate alla guerra in Ucraina, rischia di sprofondare su un crinale senza ritorno”.
Morti sul lavoro: il ricordo di Salvatore Ada
Un pensiero la UIL Messina lo rivolge a Salvatore Ada, il sindacalista di 55 anni morto lo scorso ottobre mentre lavorava al cantiere del viadotto Ritiro, e a tutte le vittime sul lavoro, dedicando a loro questo Primo maggio.
Anche i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Andrea Argento, Cristina Cannistrà e Giuseppe Fusco, nel commemorare questa giornata, si uniscono alla memoria di Ada e di quanti hanno perso la vita sul luogo di lavoro, rivolgendo un pensiero ai familiari: “Le morti sul lavoro sono un’emergenza ma soprattutto una ferita insanabile per ogni comunità che è costretta a subirle, che è necessario sanare in ogni modo”.
Sicilia sempre più povera, M5S: garantire a tutti un lavoro stabile e dignitoso
La pandemia ha creato 400mila lavoratori poveri in più, una povertà che è più forte al Sud. Lo rivela, al quotidiano La Repubblica, la Svimez: sono il 20% rispetto al 9% del Centro-Nord e al 13% nazionale, con un divario di retribuzione pari al 75%, più forte per le donne.
Una condizione drammatica confermata anche dagli ultimi dati Eurostat, che conferiscono proprio alla Sicilia la maglia nera per tasso di occupazione, che sfiora a malapena il 41%. Peggio per le donne: solo il 29% hanno un impiego lavorativo.
“Un quadro generale sconfortante, specie per quanto riguarda la città di Messina – commentano i consiglieri Argento, Cannistrà e Fusco – che ci fa comprendere quanto lunga sia ancora la strada da percorrere per garantire a tutti un lavoro. Un lavoro che sia, però, necessariamente stabile e dignitoso, un lavoro che sia inscindibile dalla tutela dei lavoratori e dalla garanzia dei diritti che sono la spina dorsale della nostra umanità, della nostra civiltà”.
“Il lavoro è fondamento della Repubblica, è libertà e dignità, cioè riconoscimento attivo della persona. Nonostante questo, però – concludono – la nostra comunità vive la piaga della mancanza di lavoro che costringe ogni anno tantissimi giovani a lasciare la nostra terra per cercare lavoro al Nord Italia o all’estero”.