Sul nuovo Comune di Montemare interviene Pippo Previti, Vice-segretario della Nuova DC a Messina, in una lunga nota:
“Il prossimo 12 giugno saremo chiamati ad esprimerci non solo sui cinque referendum abrogativi sulla giustizia (In uno si chiede di abrogare quella parte delle Legge Severino in cui si prevede la sanzione accessoria dell’incandidabilità e del divieto di ricoprire cariche elettive e di governo dopo una condanna definitiva; in un secondo si chiede che per la presentazione della candidatura al Consiglio Superiore della Magistratura non sia più necessaria la raccolta di firme; nel terzo si chiede di ridurre i reati per cui è consentito il ricorso alle misure cautelari in carcere; in un quarto quesito si chiede la separazione delle carriere dei magistrati; nel quinto si chiede che venga data la possibilità anche ai membri non togati – avvocati – di fare parte degli organi che hanno il compito di valutare l’operato dei magistrati.) ma anche sull’istituzione di un nuovo comune “Montemare”
Undici villaggi, da Castanea a Rodia, ecc, facenti parte delle ex Circoscrizioni XII e XIII che nelle intenzioni dei proponenti dovrebbero costituire il nuovo comune.
Già in un recente passato si è assistito ad un fenomeno inverso. Era il 1928 quando venne soppresso il comune di S. Stefano di Briga (u supranu) ed accorpato a Messina. I problemi sono sempre gli stessi: la raccolta delle tasse e tributi e la loro distribuzione. Garantire servizi efficienti quando la popolazione è poca e il territorio da servire ampio, è impresa più che ardua. Specie se non arrivano, come spesso accade, le risorse adeguate dallo Stato e dalla Regione.
Per questo è necessario che le entrate finanziarie del comune di Messina siano distribuite più equamente di come è avvenuto sino ad oggi. Bisogna “rammendare” le periferie, i villaggi, non solo dal punto di vista urbanistico e dei lavori pubblici. Bisogna offrire servizi sociali adeguati, spazi per i giovani, luoghi di socializzazione, al cui ruolo hanno supplito spesso le Parrocchie, aree attrezzate per lo sport sia per i ragazzi ma anche per gli anziani. Tanto per citare alcuni esempi. E’ certo che questa mancanza di attenzione da parte delle istituzioni cittadine, verso questi villaggi è uno degli elementi principali che ha determinato la scelta di proporre un referendum per la nascita di un nuovo comune.
Ma riteniamo che non sia questa la strada migliore per ottenere quello che si deve per diritto. Se si ottenesse quello che si chiede con il referendum ben presto le contraddizioni, le difficoltà, le varie criticità – quelle che in grande soffre la città di Messina – si presenterebbero puntualmente anche per l’ipotetico comune.
E’ quindi più che mai urgente dare le necessarie risposte ai disagi – ma non solo ai residenti dei villaggi collinari della zona nord – prevedendo le varie poste di bilancio comunale, utilizzando anche quello che arriva dal pnrr e dalle altre fonti di finanziamento, ai vari livelli.
La nuova amministrazione che uscirà dalle urne del 12 giugno, deve dare obbligatoriamente quelle risposte attese da decenni. E l’istituzione di una o due nuove Circoscrizioni sarebbe un primo segnale che va, ovviamente, accompagnato dall’improcrastinabile trasferimento di vere deleghe, non solo le funzioni anagrafiche, ma la possibilità che tutte le Municipalità possano intervenire in materia di verde, arredo urbano, lavori pubblici, mercati rionali, attività culturali, viabilità di quartiere, ecc.,entro un badge prestabilito.
Ad oggi abbiamo assistito allo stesso errore che fa lo stato e, soprattutto, la nostra regione con i comuni, non trasferendo competenze e risorse che ancora oggi restano di loro competenza. Dai piani regolatori all’erogazione dei buoni libro, tanto per citarne qualcuno.
Pertanto pur condividendo lo sforzo organizzativo e di partecipazione democratica del comitato organizzatore e le ragioni di fondo che stanno alla base delle loro motivazioni, non riteniamo percorribile la strada del referendum e quindi della scissione dal comune di Messina che geograficamente e storicamente e un tutt’uno.
Mi viene in mente un vecchio detto salesiano: “da soli si va veloci, insieme si va lontano”. E’ un augurio ma anche una speranza, soprattutto deve rappresentare la stella polare della nuova amministrazione”.