Messina – 9/4/2022 – “Leggiamo che l’AdSP dello Stretto considererebbe evidentemente dettagli di scarso rilievo, poco importanti se non sostanzialmente ininfluenti le obiezioni di chi – partendo da noi per finire ai giudici del TAR di Catania – considera invece valori pregnanti la condivisione, il confronto, la partecipazione. Valori tanto più ineludibili quando ci sono in ballo gli interessi e i destini di una collettività, di una città”.
Caronte & Tourist replica all’AdSP, che in una nota – commentando le sentenze del Tar di Catania – aveva proposto una rilettura che a Rada San Francesco definiscono “surreale”.
“Non è corretto affermare – scrive C&T – che il TAR avrebbe annullato gli atti dell’AdSP per “aspetti procedurali” e vizi unicamente formali, atteso che il Giudice amministrativo ha, invece, disposto l’integrale annullamento degli atti dell’AdSP per ragioni di natura sostanziale, legate al difetto di istruttoria e al fatto che è mancato il corretto esercizio della discrezionalità.
“Non corrisponde al vero – continua la nota della Compagnia – che il TAR abbia condiviso la suddivisione in due parti dell’approdo di Rada San Francesco, avendo solo ricordato di non potersi sostituire all’Amministrazione. Il TAR ha invece sottolineato che queste scelte (che impattano sullo svolgimento del servizio di traghettamento e conseguenzialmente sulla qualità della vita delle comunità interessate) devono essere valutate con le imprese e con il territorio, in primis con il Comune di Messina. È stata dunque rilevata una lacuna sostanziale che incide sull’impianto complessivo degli atti amministrativi adottati dall’AdSP.
“In realtà – aggiunge ancora C&T – non di questioni di dettaglio si tratta. Né si parla soltanto di astratti principi. Perché certe decisioni e certe procedure non sono soltanto un vulnus per la democrazia ma comportano inefficienze e costi per la collettività. All’AdSP sanno – ad esempio – che dopo la presunta rivoluzione a Rada San Francesco imbarcare un mezzo sarebbe inevitabilmente costato 5 euro in più dal Terminal 1 e 10 euro in più dal Terminal 2? Si tratta di un aumento del costo del traghettamento tra il 5 e il 15%. Qualcuno aveva fatto questi conti? Qualcuno ha fin qui ricordato, facendo professione di onestà intellettuale, che la concorrenza è già assolutamente possibile adesso, a Rada come in qualunque altro approdo non utilizzato?
“Qualcuno si è posto il problema delle due biglietterie, una delle quali esistente ma l’altra che sarebbe – nel caso – consistita in un banchetto e un operatore ambulanti, con l’ovvio corollario di lentezze e code di auto in città tutto l’anno?
“E chi non ricorda che l’approdo di emergenza di Tremestieri è stato progettato per assorbire il 60% del traffico dei mezzi pesanti e solo grazie agli sforzi dei vettori si è arrivati ad una percentuale superiore al 90%, ma che non è realisticamente possibile imporre “divieto di consentire il passaggio di mezzi pesanti al di fuori delle sole situazioni di blocco per inoperatività degli approdi di Tremestieri diversamente da quanto avviene oggi”.
“Pare proprio, insomma, che l’AdSP si vanti di aspetti della vicenda di cui non c’è nulla di cui vantarsi e del raggiungimento di obiettivi o inesistenti o impossibili, ma omette nel frattempo di farci conoscere la propria opinione sulle analisi depositate da mesi da C&T, analisi che evidenziano come la divisione in due dell’approdo:
- comporti automaticamente una crescita esponenziale dei tempi di attesa e delle code in estate,
- renda praticamente impossibile caricare nei tempi necessari le più grandi navi della flotta, quali Elio e Telepass Tremestieri, con significativo peggioramento dei livelli di servizio per la clientela tutto l’anno.
“In realtà l’aspetto più surreale di tutta la vicenda è la affermazione (assolutamente apodittica) che a infrastrutture immutate sia possibile aumentare il numero di corse estive, quando invece chi possiede navi in abbondanza e ha gestito gli approdi ha dimostrato come sia tutt’altro che così”.
La nota di Caronte & Tourist, infine “solo al fine di evitare di scadere nella pedanteria, evita di rammentare il lungo elenco delle principali incompiute” che hanno fin qui caratterizzato l’attuale governance dell’AdSP: “A noi sembra evidente che gli unici successi di questa gestione siano gli annunci roboanti, ma di opere o novità concrete neanche l’ombra”.