di Michele Bruno – Il nuovo Commissario straordinario del Comune di Messina, Leonardo Santoro, ha deciso di riformulare il Piano di Riequilibrio Pluriennale già rimodulato dall’Ex Sindaco Cateno De Luca, prima ancora che questo arrivasse in Consiglio Comunale.
A darne notizia è proprio lui oggi, rispondendo alle domande di Domenico Bertè su Gazzetta del Sud.
Santoro ha spiegato che «alla luce dei rilievi della Corte dei Conti e visionato il primo Piano e la successiva rimodulazione, abbiamo ritenuto che per il bene di Messina fosse opportuno riscrivere e mettere a punto tutta una serie di elementi che intanto risolvessero le criticità rilevate dalla Corte e puntare ad un Piano che evitasse il rischio dissesto».
Insomma per il Commissario il piano rimodulato da De Luca non va bene, perché non risponderebbe ancora ai rilievi fatti da Corte dei Conti. Di fatto una sonora bocciatura da parte dell’uomo inviato dalla Regione per gestire la transizione verso le prossime elezioni.
Santoro ha usufruito di una possibilità messa a disposizione dal Governo nazionale per presentare un nuovo piano entro Luglio, con voto in aula consiliare che dovrà avvenire entro Agosto 2022.
Una opportunità che si aggiunge a quella già offerta a fine Gennaio e che è stata colta dall’Ex Sindaco dopo i rilievi mossi in 10 punti dalla magistratura contabile.
Tuttavia se a Maggio (si parla di Domenica 29) vi saranno le elezioni amministrative non arriverà in tempo, come ammette lui stesso, a concludere questo lavoro. Saranno a quel punto la prossima Amministrazione ed il prossimo Consiglio ad occuparsene, salvo novità.
«Questi due mesi non saranno sufficienti – approfondisce Santoro – ma nella mia indole c’è la volontà di iniziare le cose. Se avessi lasciate le cose nei termini in cui le ho trovate, Messina avrebbe rischiato davvero il dissesto».
Durissimo quindi il Commissario, che non soltanto boccia il Piano, ma parla chiaramente del rischio dissesto connesso ad esso e ai rilievi della Corte.
Ma la prossima Amministrazione potrà avvalersi di una ulteriore casella temporale per riformulare una terza volta il piano. Insomma una storia che si preannuncia potenzialmente lunga, se non infinita.
A rischio accordi importanti come quello con l’azienda Schipani, che aveva accettato di ridurre notevolmente il proprio credito presso l’Amministrazione, uno dei più gravosi debiti per le casse comunali.
Si riparte da zero dunque?
«Come in ogni atto di tipo amministrativo non è opportuno ripartire da zero. Bisogna ripartire dagli elementi significativamente corretti, da quelli che non hanno trovato rilievi dalla Corte dei Conti e risolvere tutte le criticità. Non si ripartirà da zero ma sicuramente dovrà essere riscritto in coerenza con i rilievi». Ha chiarito il Commissario.
L’ex Primo Cittadino risponde con una diretta Facebook alle 14 di oggi:
«Non consento a nessuno di mettere in discussione i risultati raggiunti senza scendere nel dettaglio».
«Non posso accettare – ha affermato Cateno De Luca – che si tenti di sporcare il mio lavoro offrendo agli sciacalli, che in questi anni sono stati a guardare, l’opportunità di cavalcare l’onda di una bugia che rischia di travolgere Palazzo Zanca. Il piano di riequilibrio, prosegue De Luca, lo conosciamo io, Federico Basile e la segretaria generale Rossana Carruba. Dalle dichiarazioni del commissario Santoro emerge infatti una profonda ignoranza sul tema a partire dalla terminologia usata. Invito il commissario al confronto e a spiegare nel dettaglio dov’è il problema nel piano di riequilibrio. Mi aspetto, prosegue De Luca, che il commissario dica nel dettaglio tecnico dov’è la risorsa che non c’è, dov’è il debito che non è stato ripianato. Il commissario Santoro, insiste De Luca, mi deve spiegare quali sono i punti critici nel piano di riequilibrio. Alla città di Messina voglio spiegare ancora una volta la differenza tra ciò che ho fatto io e ciò che ha fatto chi mi ha preceduto. Gli altri hanno lasciato il piano di riequilibrio in standby in attesa che venisse approvato dalla Corte dei Conti. Prima di me non era stato pagato un solo debito. Nel momento in cui sono arrivato a Palazzo Zanca ho avviato una operazione di rimodulazione e gestione del debito. Le differenze tra me e chi c’è stato prima di me è che io il piano l’ho gestito. Ho pagato i debiti trovando le risorse e ho salvato la città dal default e oggi non consento a nessuno di tentare di mascariare il lavoro che ho portato avanti. Il commissario Santoro, prosegue De Luca, oggi si muove come un cavallo di Troia all’interno di Palazzo Zanca nel tentativo di servire il suo padrone politico. Non posso consentirlo, conclude De Luca. Sono disposto al confronto, ma sui contenuti. Difenderò il mio operato senza se e senza ma e senza timore alcuno di essere smentito perché a differenza del commissario Santoro so di cosa parliamo».