di Martina Galletta- Questa mattina in occasione della inaugurazione della nuova nave Iginia di Rfi i segretari generali di Cgil e Uil Messina, Giovanni Mastroieni e Ivan Tripodi, e i segretari generali di Filt Cgil e Uiltrasporti Carmelo Garufi e Michele Barresi, approfittando della presenza del Ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini hanno consegnato una lettera aperta dei lavoratori Blu Jet da due anni impegnati nella vertenza per il riconoscimento del contratto delle attività ferroviarie .
“Siamo alla vigilia dell’undicesimo sciopero proclamato per il prossimo 19 marzo – dichiarano Cgil e Uil Messina – senza avere avuto dall’azienda pubblica Rfi alcun riscontro alle numerose richieste di incontro avanzate in questi anni e per questo abbiamo voluto sollecitare il Ministro a farsene promotore. L’arrivo di una nuova nave è di certo un fatto positivo – concludono Cgil e Uil – ma nello stretto di Messina servono subito regole certe per i naviganti e il rispetto dei diritti dei lavoratori che ancora rivendichiamo reputando la situazione ancor più grave visto che la controparte è un’azienda pubblica”.
“Ebbene si, la prossima sarà l’undicesima astensione lavorativa senza ricevere alcun segnale, non certo da parte della dirigenza locale, – scrivono i sindacati nella lettera – felice di poterci accontentare con un accordo di secondo livello al minimo ribasso economico , ma da parte di RFI spa , società del Gruppo Fs , concessionaria , da parte del Ministero dei trasporti e della navigazione , della gestione dell’infrastruttura ferroviaria nazionale e del collegamento ferroviario via mare fra la Penisola e la Sicilia , esteso dal giugno 2017 , per effetto di una legge dello Stato ,che ha emendato l’atto di concessione, al collegamento passeggeri appiedati con unità veloci con un sistema di esercizio connesso al servizio treni a lunga percorrenza che non attraversano lo Stretto.
Di fatto , Rete Ferroviaria italiana che ha visto emendata la propria concessione includendo il collegamento ferroviario con unità veloci , all’interno del finanziamento pubblico garantito dal Contratto di Programma – Parte servizi , ha pensato bene di far fronte a quest’onere costituendo una nuova società , appunto la predetta Blu jet srl , versando un contributo annuale di 12 milioni di euro, e applicando ai dipendenti un contratto diverso dai dipendenti RFI impegnati sulle navi ferroviarie che traghettano i convogli ferroviari , ovvero il CCNL di Confitarma per marittimi imbarcati su navi superiori alle 151 tonnellate di stazza lorda , garantendosi un cospicuo vantaggio in termini di minor costo del lavoro e al tempo stesso tutele contrattuali al ribasso.
Si è venuta a creare una evidente disparità di trattamento sia in termini economici che di diritti tra lavoratori che espletano lo stesso servizio , all’interno della stessa Concessione Ministeriale , e sovvenzionato dallo stesso Contrato di programma.
Abbiamo imparato sulla nostra pelle che trattasi di un vero e proprio dumping contrattuale e salariale perpetrato da un’azienda di Stato.
Ci è stato rinfacciato più volte di essere marittimi e che il contratto a noi applicato è quello consono alle mansioni che svolgiamo , anche se rimaniamo perplessi da evidenti contraddizioni nel vedere che all’interno della stessa Società RFI convivono svariate categorie che non svolgono esattamente una mansione “ferroviaria” , pensiamo ad esempio al personale sanitario , e soprattutto a tutti i dipendenti delle ditte private che hanno appalti con la stessa RFI , o altre società del Gruppo che si occupano di servizi finanziari e ingegneristici.
D’altronde i “colleghi “ imbarcati a bordo della navi della flotta RFI , di cui si accinge a farne parte la nuova nave Iginia che sta inaugurando oggi, sono anch’essi marittimi prima di essere ferrovieri e nulla di diverso svolgono rispetto ai lavoratori di Blu Jet .
Ci risulta incomprensibile non rientrare nel campo di applicazione del Contratto Ferroviario , laddove stabilisce che lo stesso si applica a tutti i dipendenti delle imprese che esercitano le attività per il trasporto di persone e merci su ferrovia ed i servizi connessi e complementari, anche alla luce delle disposizioni della Commissione di Garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero dei servizi pubblici essenziali di attenerci all’Accordo sui servizi minimi essenziali nel settore del trasporto ferroviario del 23 novembre 1999, nell’espletare le nostre proteste sindacali inquadrandoci di fatto nel settore del trasporto ferroviario.
Noi quotidianamente svolgiamo diligentemente il nostro servizio di collegamento tra le due sponde dello Stretto di Messina, e lo abbiamo fatto anche durante i mesi più bui di questa terribile emergenza sanitaria che ha stravolto l’esistenza di tutti noi , anche quando è stato sospeso il transito dei treni a lunga percorrenza noi abbiamo garantito la possibilità ai passeggeri di fruire di tali treni dalla stazione di Villa san Giovanni. Non c’è dubbio alcuno che il nostro sia un servizio ferroviario.
Abbiamo pagato anche noi lo scotto di cadere nelle terribili grinfie del coronavirus , ma rispetto ai nostri colleghi “marittimi ferrovieri” , non abbiamo goduto dell’anticipazione della malattia da parte dell’azienda e di tutte le altre possibilità che garantisce il cd. Welfare aziendale del Gruppo Fs, ma siamo rimasti sospesi per tutto il periodo di malattia nelle braccia di mamma Inps aspettando ( e tuttora aspettiamo a distanza di quasi un anno in qualche caso) come manna dal cielo il giusto corrispettivo economico. Una delle tante discriminazioni scaturenti dall’ingiusta applicazione contrattuale che all’interno dello stesso gruppo FS e delle medesime attività distingue dipendenti di seria A e di dipendenti di serie B.
Dall’inizio della vertenza sono rimaste senza alcun riscontro le nostre richieste di incontro con Rete Ferroviaria Italiana , unico socio di Blujet srl , nonostante in questi anni siano state diverse le autorità interessate sia in ambito locale che in sede Ministeriale”.