Su debiti, riequilibrio e dimissioni De Luca è in una tenaglia. Ha deciso di rimodulare il piano di riequilibrio, lo ha modificato in tutta fretta e segretezza, e pretendeva che il Consiglio deliberasse prima delle sue ennesime dimissioni annunciate (domenica 13 alle 23:59). Era una pia illusione.
Chiariamo che il Consiglio ha 120 giorni di tempo per deliberare, ma a partire dalla comunicazione del Sindaco, non dalla consegna del piano all’Ufficio di Presidenza. Dall’1 febbraio giorni che passa riduce questo margine temporale. Il Consiglio dovrà deliberare entro il 30 maggio e a partire da oggi i giorni disponibili sono già 108, non 120. Vista l’inaffidabilità strumentale delle cifre del piano (parola di De Luca), il Consiglio si prenderà tutto il tempo necessario per valutare ed eventualmente emendare la proposta, in modo da garantire alla città uno strumento finanziario finalmente veritiero.
Domani De Luca sarà a un bivio. SE NON SI DIMETTE perde la faccia (per l’ennesima volta) di fronte a tutti: città, elettori, Consiglio comunale, Sindaci della Città Metropolitana, Regione. SE SI DIMETTE lascia il nuovo piano nelle mani di un Commissario che non sa nulla dei conti di Messina e nella responsabilità di un Consiglio col quale non potrà più parlare; sarà chiaro che del destino della città non gli interessa granché: Messina gli serviva solo per giocare a prendersi visibilità e tentare l’avventura regionale. Tutto tranne che un Sindaco responsabile e preoccupato per la città che amministra. Si è mai visto il capitano di una nave in rotta su qualche scoglio che si lancia su una scialuppa, lasciando la nave a un ufficiale appena salito a bordo anziché guidare la manovra di salvezza?
Quasi una “schettinata”, ma magari il Consiglio avrebbe più serenità (senza conflittualità con l’amministrazione e senza le pressioni spesso inaccettabili nei contenuti, nei toni, nei tempi usualmente esercitate dal Sindaco) per adottare un piano finalmente veritiero, decente, sostenibile. I bluff chiedono il conto. E il Sindaco gioca parlando anche di una “catenata”: attendere l’esito del contenzioso per l’Arena Sea Flight (notoriamente fondamentale per i destini di Messina, altro che piano di riequilibrio!), revocando nuovamente le “irrevocabili” dimissioni. Forse, avvicinandosi Carnevale, De Luca non ha ancora scelto quale maschera incarnare: Pulcinella (non si dimette), Schettino (si dimette). O, peggio, …Cateno (si dimette, ma non si dimette).
Noi auspichiamo che, almeno una volta, mantenga la parola giurata e SI DIMETTA. Il Consiglio potrà assumere decisioni finalmente utili per il bene della città e, passato Carnevale (e il Commissario), Messina potrebbe finalmente avere un Sindaco adeguato alla 13.ma Città d’Italia.