«Era il 06 novembre 2021 quando a Messina è arrivata la nuova nave ferroviaria Iginia di RFI: domenica sono trascorsi esattamente tre mesi da quella data, e dell’esistenza di questa nuova e moderna unità della flotta pubblica, costata al contribuente circa 60 milioni di euro, non se n’è accorto nessuno». Questa è la denuncia di Giovanni Russo, Presidente dell’Associazione Ferrovie Siciliane, in merito alla vicenda che vede protagonista la nuova nave delle Ferrovie dello Stato Iginia, giunta recentemente sullo Stretto di Messina.
«In seguito alle nostre osservazioni, in data 14 dicembre 2021 l’ing. Giuseppe Marta, direttore della Divisione Produzione Navigazione di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), ha replicato a mezzo stampa con delle precise rassicurazioni sul fatto che la nuova Iginia non era ancora entrata in servizio per via di pastoie burocratiche. E di fatto a tutt’oggi si riscontra che la nave ferroviaria non è ancora entrata in servizio». Spiegano.
«Siamo ovviamente consapevoli che le procedure di messa in servizio di una nuova nave siano numerose e particolarmente complesse, ma dalle dichiarazioni del direttore sono trascorsi ben 57 giorni, durante i quali la nuova nave è sempre rimasta ormeggiata a Messina Marittima: il servizio di traghettamento dei treni per la continuità territoriale con la Sicilia è stato garantito, come avveniva negli anni 80 del secolo scorso, dalle navi Scilla e Villa, entrambe con ben 36 anni di servizio, visto che la nave gemella Messina dal 17 dicembre 2021 si trova in bacino per lavori di manutenzione ciclica». Continua Russo.
«Va ricordato che sulle navi ferroviarie Scilla e Villa, le uniche in servizio sullo Stretto di Messina da dicembre 2021, per ordinanza dell’autorità marittima tutti i viaggiatori sono obbligati a scendere dai treni InterCity e InterCityNotte da/per Roma e Milano prima della partenza della nave per recarsi obbligatoriamente nei saloni del traghetto. Un grande disagio per tutti i viaggiatori che aumenta maggiormente negli anziani e soprattutto nei disabili, un fastidioso disagio che sarebbe eliminato con l’avvio in servizio della nave Iginia, visto che quest’ultima, come la gemella Messina, garantisce standard di comfort e sicurezza superiori rispetto alle datate unità attualmente in servizio». Aggiunge.
«E’ ferma intenzione della nostra Associazione porre l’accento su questo problema per mettere fine al disagio che coinvolge i passeggeri che con i treni transitano sullo Stretto di Messina: la nostra azione si pone in un ottica di collaborazione ovvero di critica costruttiva, e ciò sempre alla luce dei buoni rapporti che coinvolgono da circa venti anni Ferrovie Siciliane con la Direzione Produzione Navigazione di RFI. Noi crediamo fermamente che la continuità territoriale sia un diritto sacrosanto dei cittadini e che in quanto tale debba essere preservato e tutelato da qualunque possibile disservizio tecnico o peggio ancora burocratico, ora più che mai in questi difficili momenti di crisi che coinvolgono l’intera nazione». Conclude il Presidente dell’Associazione.