L’Università degli Studi di Messina negli ultimi quattro mesi ha affidato lavori e forniture per un importo complessivo di quasi 40 milioni di euro.
Lo dice il gruppo Pd alla Camera che ha presentato una interrogazione parlamentare, con primo firmatario Umberto Del Basso De Caro, in cui si evidenzia che le delibere dell’Università si caratterizzano per la scelta diretta del contraente senza alcuna procedura ad evidenza pubblica, per il ribasso praticato da tutti gli aggiudicatari nella stessa misura “e, soprattutto, per il riferimento improprio, a parere degli interroganti, alla normativa introdotta dal DL 76/2020 (articolo 2, comma 4).
Tale disposizione normativa, la cui ratio è certamente rinvenibile nella necessità di incentivare gli investimenti pubblici in relazione all’aggiudicazione dei contratti pubblici sopra soglia, impedisce espressamente che l’ente appaltante possa derogare ai principi di trasparenza, di libera concorrenza, di non discriminazione previsti dagli artt. 18, 57, 58, 59 della Direttiva 2014/24/UE e l’art. 30 D.Lvo 50/2016”.
Pertanto, vengono interrogati il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile e il ministro dell’Università per sapere “se siano a conoscenza delle procedure adottate per gli affidamenti diretti plurimilionari da parte dell’Università di Messina, se intendano disporre ulteriori elementi conoscitivi e se, all’esito di una compiuta istruttoria, ritengano opportuno e doveroso adottare iniziative, per quanto di competenza, per far luce sull’intera vicenda che, ad avviso degli interroganti, integra profili di responsabilità amministrativa, contabile e penale”.