di Michele Bruno – Nonostante l’orientamento del Governo Draghi, convinto della necessità di riaprire le scuole, e quello della Regione Sicilia che ha ritenuto terminata l’ulteriore vacanza (fino a ieri) e che ha disposto quindi il ritorno a scuola in Sicilia, Messina fa da sé.
Da oggi non solo non si fa scuola in presenza, ma il Sindaco Cateno De Luca ha deciso per la didattica a distanza, che gli alunni stanno svolgendo da casa.
Soltanto un’impugnazione avrebbe potuto mettere in dubbio la sospensione dell’attività in presenza e l’attivazione di quella a distanza, stabilita dal Primo Cittadino.
Impugnazione che ci si attende potrebbe arrivare dal Comitato Scuola in Presenza, che aveva annunciato questa possibilità e chiesto al Prefetto di monitorare la legittimità degli atti del Sindaco e della Regione.
Non è soltanto Messina però a scegliere la Dad. Se a fare da apripista sono stati De Luca e i sindaci dei Nebrodi, a seguirli ci sono capoluoghi come Palermo, Catania, Siracusa (e tutta la provincia, zona arancione), Agrigento, Caltanissetta e Trapani. E ciò avviene nonostante l’ordinanza regionale chiarisse che solo in zona arancione e rossa i sindaci potessero optare per chiudere o stabilire la dad.
A Messina durerà fino al 23, ma De Luca non esclude una proroga della dad in caso di persistenza delle condizioni epidemiologiche che lo hanno convinto a questa scelta.
La decisione di molti sindaci di optare per la dad è stata sicuramente corroborata dalle forti critiche di Anci Sicilia al Governo Musumeci, che aveva denunciato la mancanza di dati certi sui contagiati per Comune, l’incidenza dei casi, il numero di vaccinati e dei ricoverati.