Una storia terribile quella che si è conclusa in corte d’Assise di Messina con la condanna di Luigi De Domenico per omicidio volontario e lesioni personali aggravate: l’uomo che ha trasmesso il virus dell’Hiv a un’avvocata deceduta nel 2017 all’età di 45 anni, dalla quale ha avuto anche un figlio. Ma anche la prima moglie dell’uomo morì nel 1991 per Aids.
Il 58enne messinese continuò a mentire perfino quando la ex compagna si ammalò. Una storia che si intreccia anche con la malasanità: infatti oltre al silenzio di De Domenico – che dovrà affrontare altri gradi di giudizio – si è aggiunto un’ ulteriore responsabililtà da parte di due medici che per i qualli la Procura di Messina ha ottenuto il processo, questo ancora alle battute iniziali. Mentre la donna, infatti, un’avvocata civilista di 45 anni, per due anni peggiorava vistosamente, i due medici che l’avevano in cura non furono mai sfiorati dal sospetto che si potesse trattare di Aids.
Qesta lunga storia di omissioni risale al 1991, quando la prima moglie di De Domenico muore per Aids. Dal ‘91 si arriva senza apparenti intoppi al 2017, quando muore la ex compagna, dopo due anni di inspiegabile malattia. Solo poco prima della morte, la sorella dell’avvocata messinese – avvocata anche lei – scopre la sieropositività e risale all’ex cognato e alla catena di contagio partita ben 26 anni prima. Per sua sorella, separata da De Domenico ormai da 10 anni, quando è stato scoperto l’Hiv, era ormai troppo tardi.
Intanto l’uomo aveva agito da vero e proprio untore, avendo avuto altri rapporti, di cui uno accertato da questa prima sentenza.