Fumetti “da museo” al Mume di Messina

di Ketty Costa – Organizzata dal Museo interdisciplinare Regionale di Messina, la mostra dei fumetti  “Illustrazione e fumetto al Mume” che  ha come obiettivo quello di provare a raccontare il lavoro che c’è dietro alla realizzazione di un fumetto: dalla scelta dei temi agli utensili usati per i disegni, dall’idea dello stesso fino al suo significato.

In occasione dell’inaugurazione, è possibile vedere alcune opere di tre importanti fumettisti e artisti: Michela de Domenico, che ha iniziato a interessarsi e a disegnare fumetti sin dagli anni ’90, Lelio Bonaccorso, autore che è riuscito a divulgare la sua passione e il suo stile anche al di fuori dello Stretto e Fabio Franchi, giovane pittore e disegnatore di talento. Tra le opere di questi illustri autori, a fine gennaio, verrà presentato anche il lavoro dei ragazzi dell’Istituto Basile dedicato a Graziella Campagna.

La mostra, che verrà esposta presso le sale ex Filanda Barbera-Mellinghoff, a cura di Giovanna Famà e gli allestimenti di Marisa Mercurio e Daniele Guarnera, è promossa dall’assessorato a Beni culturali della Regione che si dice soddisfatto per l’iniziativa.

La grande protagonista della mostra rimane comunque Messina che, tramite la rappresentazione dello Stretto, dei suoi quartieri periferici e delle sue bellezze storiche si riesce a mostrare e a raccontare come una città postmoderna.

“Una nuova ripartenza per Messina e per i suoi giovani”. È questa l’idea che si vuole portare avanti, in una città dove ormai da tempo la scuola del fumetto non riesce a nascere o a sopravvivere, e dove vi furono, comunque, i primi esperimenti di questa bellissima arte nei centri sociali di fine anni Novanta. La mostra del Mume, ha proprio come fine quello di riaccendere un piccolo ma importante faro.

Secondo Lelio Bonaccorso, questa esposizione “è solo il punto di partenza”. Infatti, attraverso questa mostra si vuole dimostrare, ai tanti giovani illustratori siciliani, che si può fare i fumettisti anche nella propria terra. “Da anni ormai si vive costantemente una fuga spaventosa di giovani menti e mani creative che migrano per cercare importanti opportunità di lavoro. Se un museo contemporaneo può valorizzare anche le graphic novel, significa che questo mestiere ha una dignità e una sua riconoscibilità. I fumetti non stanno più nel retrobottega o esposti nei circoli Arci. Sono arte riconosciuta” – ci dice l’artista.

Per questo motivo è necessario investire nella nostra terra e valorizzare il piu’ possibile, attraverso importanti progetti, i lavoro dei nostri giovani.

 

 

 

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