Chiarendo che non si tratta di una “bocciatura” del piano di riequilibrio, quanto piuttosto di un atto di richiesta di chiarimenti, sulla notizia della relazione della Corte dei Conti che attesta come gli atti presentati e le successive integrazioni non sono stati ritenuti esaustivi per consentire un giudizio positivo, è intervenuto Franco De Domenico, segretario cittadino del Partito Democratico.
“Le parole usate dal magistrato istruttore, consigliere Adriana Parlato, tuttavia, richiedono attenzione e certamente scalfiscono, e non poco, le certezze del “racconto facebookiano” del Sindaco di Messina che da mesi -senza contraddittorio- sbandiera “un risanamento dei conti già concluso” piuttosto che un “dissesto scongiurato”.
Quanto scritto dalla Corte dei Conti – scrive De Domenico – nelle conclusioni del documento istruttorio ci preoccupa, e non poco, in quanto l’approvazione o meno del piano di riequilibrio condizionerà il futuro finanziario e lo sviluppo economico e sociale della nostra città per i prossimi venti anni, talché non può, per nessun motivo, essere considerata una “vicenda privata del sindaco e della sua amministrazione”, bensì una fondamentale questione che deve essere discussa nelle sedi istituzionali per giungere ad una “operazione verità sui conti” non più procrastinabile.
Condivido, pertanto, l’esigenza del Presidente della commissione bilancio di convocare il Sindaco fare chiarezza nell’interesse della città nonché di quei consiglieri che da anni chiedono soprattutto sulla questione dei conti delle partecipate la dovuta trasparenza.
Il magistrato contabile ha riassunto in 10 punti conclusivi le sue perplessità che cercherò di riassumere brevemente, utilizzando testualmente le sue parole.
Si va dalla “difficoltà nelle riscossioni” alla “scarsa attendibilità delle relative previsioni” e ai “dubbi sulla congruità della parte accantonata del risultato di amministrazione”.
Ma l’elenco delle criticità continua, passando dalle “perplessità avanzate in merito alla parte vincolata” alla “esigenza di chiarire gli aspetti contrastanti e lacunosi precisati in sede di analisi dell’evoluzione dei debiti fuori bilancio e della congruità degli accantonamenti finalizzati a fronteggiare le passività potenziali eventualmente derivanti dal contenzioso in atto”, non senza sottolineare “l’insoddisfacente quadro informativo riguardante gli organismi partecipati e all’ eventuale presenza di oneri latenti dalle stesse derivanti”.
Questo quadro a tinte fosche è completato dagli ultimi punti in cui il magistrato contabile manifesta dubbi in ordine alla “effettiva sostenibilità del piano, avuto riguardo alle superiori osservazioni relative alla massa passiva effettivamente residua”, tenuto conto delle “perplessità sulle modalità di quantificazione degli obiettivi annuali di contrazione della spesa per il personale, che non appaiono attendibili” e della “necessità di documentare il dichiarato conseguimento di tutti gli obiettivi di risanamento relativi alla diminuzione delle spese correnti”.
Queste legittime perplessità del magistrato credo possano essere considerate le perplessità di ogni cittadino messinese e credo che possano bastare per chiedere che ciascuno si assuma le responsabilità del proprio ruolo, abbandonando teatrini e sceneggiate, perché al futuro della città non possono essere anteposti interessi personali di chicchessia”.