“Stavolta il Sindaco che ama la loquacità si è trincerato dietro un “risponderemo punto per punto”. Le chiacchiere stanno a zero, infatti. Le osservazioni della Corte dei Conti disvelano uno scenario che è molto differente dalla narrazione deluchiana degli ultimi anni. “Dubbi”, “lacunosità”, “difficoltà”, “disallineamenti”, “perplessità”, “scarsa attendibilità”, “opacità” sono alcune delle espressioni che il Magistrato Istruttore utilizza nell’approfondimento del piano di riequilibrio e della situazione economico-finanziaria del Comune di Messina” . Lo dichiara in una nota Domenico Siracusano, segretario provinciale di Articolo Uno .
“Siamo di fronte ad elementi preoccupanti come la mancanza di una strategia relativa alle riscossioni e la gestione della massa debitoria rispetto alla quale “non è stato possibile individuare, per ogni posizione, in maniera chiara ed univoca, l’ammontare riconosciuto e finanziato e i relativi pagamenti” anzi permane una confusione tra accordi sottoscritti e reali pagamenti effettuale. Si tratta di due aspetti di estrema gravità poichè rendono sostanzialmente inattendibili le previsioni.
Altre situazioni sono davvero risibili. L’amministrazione ha comunicato solo 17 partecipate su 22, inviando solo i prospetti riepilogativi relativi a 11 enti. “L’esame della documentazione, anche per quegli enti di cui sono stati forniti i prospetti, non consente un’agevole ricostruzione dei rapporti dei debiti e crediti” – scrive la Corte – anzi si evidenziano profondi disallineamenti tra il bilancio comunale e quello delle partecipate. Da qui un “quadro informativo insoddisfacente” rispetto al quale si chiede chiarezza per valutare l’incidenza sul quadro generale. È su questo punto che la Corte dei Conti si esprime in maniera chiara e inequivocabile: “si sono rilevati diversi tratti di opacità riguardanti il rapporto con le partecipate, non superati neppure in sede d’istruttoria, data l’insufficienza delle risposte ottenute”.
Si aggiunga poi la lacunosità sui debiti fuori bilancio e i relativi accantonamenti e la questione della diminuzione delle spese correnti e del personale. Su questo è bene evidenziare come il Magistrato Istruttore accenda i fari sulla “Messina Social City” creata per ridurre spese e costi ma rispetto alla quale si chiede chiarezza e evidenza della contrazione che non è suffragata dai dati inviati dal Comune.
Siamo di fronte a obiezioni non di poco conto di cui il Sindaco deve assumersi per intero la responsabilità politica. L’impostazione della rimodulazione del Piano di Riequilibrio, l’ha voluta lui e l’ha imposta al Consiglio Comunale. Non cerchi scuse, non insegua asini volanti perché il problema non è il futuro di Cateno De Luca ma il futuro della Città di Messina.
Argomenti e provi a correggere, se è nelle condizioni, ma la valutazione che emerge dalle osservazioni della Corte dei Conti è che, a un anno dalla fine naturale del sindacatura, non c’è nessuna chiarezza ne’ certezza sui conti del Comune, sul rapporto con le partecipate e sulle prospettive stesse del piano di riequilibrio. Con questo passaggio finisce definitivamente la favola del “Sindaco lo sa fare”, purtroppo sulla pelle dei messinesi, perché a questo punto il rischio del dissesto è davvero alto e sarà difficilissimo evitarlo: un danno enorme per la città.
Non c’è più tempo da perdere, basta inseguire De Luca, le forze progressiste, specie quelle rappresentate in consiglio, rompano gli indugi e si mettano a lavoro per la costruzione di una prospettiva di governo alternativa fondata sulla buona amministrazione, sul dialogo con le parti sociali e sulla costruzione di una prospettiva strategica per la città.”