Dopo il sequestro, la confisca. La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un decreto di confisca emesso dal Tribunale di Messina, Sezione Misure di Prevenzione, che ha colpito due immobili nella disponibilità di soggetto, quale affiliato all’associazione mafiosa nella zona Nord della città.
La misura ablativa scaturisce da un’articolata indagine economico finanziaria svolta dagli operatori della Dia, coordinata dalla Procura di Messina, culminata nella proposta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale a firma congiunta del direttore della Dia e del procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, Maurizio De Lucia.
Nell’ambito dell’associazione mafiosa di riferimento, si è distinto per il ruolo apicale: forte di un solido rapporto fiduciario col capo clan, gli veniva affidata la detenzione e custodia delle armi da fuoco dello stesso clan e gli “veniva ritagliato un ruolo di primo piano quale addetto anche alle estorsioni”, come dimostra il suo coinvolgimento nell’episodio estorsivo condotto ai danni di un imprenditore minacciato affinché non partecipasse alle procedure per l’affidamento di una struttura turistico-balneare in località Mortelle sulla quale il clan aveva indirizzato i propri interessi. A riprova della stretta affiliazione del proposto negli affari dell’associazione mafiosa, nell’aprile del 2020, il Tribunale di Messina lo ha condannato alla pena di anni 19 di reclusione.
Il provvedimento di confisca ha, quindi, confermato quanto accertato dalla Dia in sede di indagini patrimoniali circa la provenienza illecita dei beni, già sottoposti a sequestro.