di Michele Bruno – Oggi 19 Novembre 2021 studenti e studentesse sono scesi a Piazza Municipio insieme alla Rete degli Studenti Medi, all’Unione degli Universitari e ai rappresentanti delle scuole di Messina per protestare contro la scarsità di fondi destinati all’istruzione pubblica dal PNRR e dall’ultima legge di bilancio oltre che per denunciare la cattiva gestione da parte della Città metropolitana e dalle istituzioni provinciali della Scuola in provincia di Messina.
Il mantra è “Ripartire da zero perché dicono «Questo non è il Paese che vogliamo, questa non è la città che vogliamo: il futuro è nostro». Dicono gli studenti. Il numero zero è significativo ed emblematico.
«Come gli investimenti sulla scuola e sull’Università negli ultimi anni.
Come i piani straordinari di intervento sull’edilizia scolastica.
Come le proposte per intervenire sulla Salute mentale.
Come le soluzioni al lavoro precario e allo sfruttamento selvaggio.
Come le soluzioni alla Crisi climatica.
Zero come la considerazione e la priorità che c’è stata data. Ci siamo stancati.
Siamo noi lo Zero da cui ripartire».
Così affermano gli studenti in Piazza.
«Si parla sempre di giovani ma mai con i giovani, – continuano – non si investe su di noi, oggi ci mobilitiamo per chiedere di investire sulla nostra generazione.
Ci mobilitiamo perché la legge di bilancio ad oggi non investe sull’istruzione pubblica, su di noi, perché non risolve il problema del lavoro precario e sottopagato, perché non ci sono misure e progetti per l’emergenza climatica.
La bozza della legge parla chiaro: zero spazio per i giovani, zero investimenti per risolvere i grandi temi che minacciano la nostra generazione.
Gli investimenti sull’edilizia sono ridicoli: vengono stanziati 200milioni per l’edilizia scolastica, quando ne servirebbero almeno il triplo solo per intervenire sulle carenze strutturali degli istituti. Allo stesso modo pochissimo è stato fatto sul caro libri, sui materiali didattici e sui trasporti.
Ancora una volta non esiste una riforma organica sul mondo del lavoro giovanile.
La situazione è drammatica e la categoria dei giovani è una tra le più duramente colpite
dall’emergenza pandemica in termini di tasso di disoccupazione (parliamo di almeno il 27,7% di giovani che cercano lavoro senza trovarlo) ma ciò non sembra essere tra le priorità.
Non accade nulla sulla questione della Salute Mentale e dell’accesso al sostegno psicologico. Anche questo aspetto, su cui vogliamo che si agisca in fretta, sembra essere considerato poco importante.
Pensiamo di meritare di più.
Vogliamo riprenderci il nostro futuro. Abbiamo passato due anni senza socialità e vedendoci
tolto tutto quello che avevamo. Abbiamo visto peggiorare la nostra condizione già precaria prima della Pandemia. Ora è il momento di reagire.
Dal primo giorno di lezione ci stiamo mobilitando nelle scuole e nelle Università in tutta Italia. Abbiamo voglia di costruire un futuro sostenibile parlando di ambiente, di lavoro stabile e pagato, di salute mentale e psicologica e tanto altro.
Vogliamo dire la nostra e essere ascoltati, perché il momento per costruire un mondo migliore è ora. In ballo c’è il PNRR, che pensiamo non sia un caso non venga più chiamato Next Generation, e una grande stagione di riforme nel nostro Paese.
Vogliamo esserne protagonisti e costruire una scuola, un’Università e una società a nostra misura. L’Italia non è un Paese per giovani!
Siamo stanchi dell’assenza di riforme strutturali per la Scuola, l’Università e il mondo della Ricerca. Le misure adottate negli ultimi anni si dimostrano totalmente insufficienti il costo medio degli studi universitari aumenta di anno in anno a fronte di investimenti inesistenti!
Questo non è il Paese che vogliamo.
Il futuro è nostro: ripartiamo da zero!».
«La situazione delle scuole messinesi è precaria da anni, e la pandemia ne ha aggravato le condizioni.
Dal PNRR ci aspettavamo una maggiore attenzione verso le scuole, soprattutto del Meridione, che non c’è stata.
A questo si aggiungono le grandissime mancanze della città metropolitana negli ultimi anni.
È per questo che abbiamo deciso di scendere in piazza stamattina».
Dichiara il coordinatore provinciale della Rete degli studenti medi Francesco Gitto.
Alla protesta ha partecipato anche l’Unione degli Universitari, la coordinatrice Alice Borgia spiega:
«Come per la scuola sono mancati investimenti anche sull’università, la legge di bilancio ci dà zero spazio, servirebbero 17 miliardi per investire in una Università gratuita e a misura di studenti.
Ci mobilitiamo dall’inizio dell’anno per gridare che l’Italia non è un Paese per giovani».