Il gambling cerca di ripartire, ma serve una mano da parte della politica e delle istituzioni. È questo il sunto delle parole di Fabio Schiavolin, Amministratore Delegato di Snaitech, intervistato per discutere dello stato di salute del settore dell’azzardo in Italia.
Nelle sue parole risulta evidente come Snaitech sia riuscita a resistere nonostante la tempesta che ha attraversato il settore del gioco in questo periodo difficile, mantenendo fermo il proposito di offrire un servizio sempre migliore volto a soddisfare i clienti.
“Il nostro settore, come altri e più di altri, ha vissuto una potente spinta alla digitalizzazione: partivamo avvantaggiati avendo sempre considerato l’innovazione come un ‘must have’ piuttosto che un ‘better to have’. Abbiamo così potuto far fronte al cambiamento e all’accelerazione dell’online. Una transizione digitale affrontata potendo contare esclusivamente sulla forza e la credibilità del nostro brand visto che il contesto normativo limita fortemente la possibilità di comunicare all’esterno”, specifica Schiavolin durante l’intervista, facendo riferimento alle limitazioni normative che restringono la pubblicità e l’informazione sul gambling.
L’ Amministratore Delegato di Snaitech continua sottolineando come “la società sia sempre rimasta vicina agli oltre duemila punti vendita su tutto il territorio nazionale, il nostro primo biglietto da visita, che è nostro dovere rispettare, tutelare e rafforzare”.
In questo senso, secondo Schiavolin, qualcosa si muove. Snocciolando i dati, emerge che lo scorso anno si è concluso facendo registrare un valore di Ebitda adjusted di 132 milioni di euro. Il numero è stato possibile grazie alla crescita dell’offerta online durante la pandemia, + 58% rispetto al 2019, riuscendo così a compensare la chiusura del comparto fisico. Un ruolo chiave lo ha rivestito la sezione dedicata al casinò online, che non ha subito blocchi come il segmento delle scommesse sportive
“Tali numeri, consolidano la nostra leadership e la nostra posizione di principale marchio italiano delle scommesse sia nel retail che nell’online ormai diventato un pilastro nel nostro business. Il gioco legale, pur essendo depositario di concessioni statali, sembra ancora scontare un pregiudizio”, specifica ancora Schiavolin, affermando la necessità di arrivare il prima possibile a un Testo unico del Gioco.
La misura ha già raccolto il plauso delle associazioni di categoria e degli esperti. La richiesta vuole rendere operativa la capacità di esecuzione degli obblighi derivanti da una concessione e dare piena cittadinanza alle imprese del gioco legale che “sembra muoversi in una sorta di foresta pietrificata”.
Schiavolin ritiene che le concessioni per le sale scommesse, risalenti ai bandi Bersani del 2007, sono ormai scadute nel 2014 e che da allora poco è stato fatto. Secondo la sua analisi, si è solo andati avanti a colpi di proroghe, lasciando gli operatori in una costante incertezza.
“L’ultima soluzione (temporanea) è stata offerta dal decreto “Cura Italia” del marzo 2020, ma non si può continuare a lavorare a colpi di proroghe”, conclude, augurandosi che le cose possano cambiare in fretta.