di Michele Bruno – Ieri pomeriggio, il team a bordo della Geo Barents, nave della Ong Medici Senza Frontiere, ha soccorso 99 persone stipate su un’imbarcazione in legno a 30 miglia dalle coste libiche. La barca di legno era partita dalla Libia con 109 migranti. Sul fondo sono rimasti i cadaveri di 10 persone, morte per soffocamento durante il lungo viaggio in balia del mare, a causa delle esalazioni della benzina, dopo aver passato più di 13 ore stipate nella pancia della barca.
«10 morti che si potevano evitare! – si dice in un report pubblico dell’organizzazione – Così come quelle delle 1225 persone che hanno già perso la vita nel tentativo di attraversare la rotta letale del Mediterraneo Centrale»
Adesso a bordo di Geo Barents ci sono 186 sopravvissuti. Molti sono donne e bambini, la più piccola ha solo 10 mesi. La nave sta per arrivare al Porto di Messina.
Sono stanchi e traumatizzati.
Vanno portati al sicuro al più presto. Incalzano
Alcuni dei sopravvissuti hanno dovuto identificare i corpi di familiari e amici che hanno perso la vita davanti ai loro occhi. Per loro e per tutte le altre persone salvate serve con urgenza un porto sicuro!
«L’ultimo ragazzo non voleva scendere. Restava lì. Sul barcone. Disperato. Guardava giù. Sotto c’era il fratello».
Ha detto Fulvia Conte, vice responsabile della attività di soccorso.
Tra i sopravvissuti vi sono 152 uomini e 34 donne, 61 sono minori: la più piccola è una bambina di soli 10 mesi. Le persone provengono da diversi paesi, fra cui Guinea, Nigeria, Costa d’Avorio, Somalia e Siria. Molti di loro hanno vissuto esperienze traumatiche in Libia, da dove è partita l’imbarcazione.
«In un giorno come questo, mentre portiamo 10 cadaveri a bordo della nostra nave, siamo ancora una volta testimoni della mancanza di volontà dell’Europa di garantire un disperatamente necessario sistema di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. In Libia le persone subiscono orribili abusi e spesso la loro unica via d’uscita è quella di fuggire e di affrontare un viaggio incredibilmente pericoloso attraverso in mare. È la rotta migratoria più letale al mondo, ed è una vergona. Con 186 sopravvissuti a bordo, inclusi i parenti e gli amici di alcune delle persone decedute, che hanno viaggiato per ore insieme ai loro cadaveri, la Geo Barents chiede con urgenza un porto sicuro per sbarcare queste persone estremamente provate e traumatizzate».
Così si è espressa Caroline Willemen, Capo Progetto MSF a bordo della Geo Barents.