“Avrebbe sfruttato la propria qualifica istituzionale, e i poteri che da tale carica derivavano, al fine di favorire gli interessi del figlio Mario, complice beneficiario e certamente consapevole delle modalità mediante le quali il padre gli procurava un sempre crescente numero di clienti”. Questo quanto scoperto dalla Procura della Repubbica di Messina nell’inchiesta che ha coinvolto Salvatore Muscolino, ex dirigente dell’Asp.
Nella mattinata odierna, la Polizia di Stato ha eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di tre soggetti indagati, a diverso titolo, per i reati di concussione, corruzione, falso ideologico ed altro. Secondo l’ipotesi di accusa, che dovrà trovare conferma nei successivi gradi di giudizio, trattandosi ancora di indagini preliminari durante le quali sono stati valutai dal G.I.P i gravi indizi raccolti, Salvatore MUSCOLINO, oggi in quiescenza e, all’epoca dei fatti, Dirigente del Dipartimento Prevenzione dell’ASP di Messina, con condotte reiterate e sistematiche, non avrebbe esitato ad avanzare esplicite proposte a soggetti privati, per lo più imprenditori titolari di attività di ristorazione o di strutture alberghiere, finalizzate a favorire la conclusione di contratti assicurativi con l’agenzia della quale il figlio, Mario MUSCOLINO , è tuttora titolare in Giarre.
I successivi approfondimenti, effettuati tramite attività tecniche, servizi sul territorio e acquisizioni documentali, hanno consentito di verificare, sebbene solo ai fini di una valutazione cautelare, come l’agenzia assicurativa di Mario MUSCOLINO avrebbe stipulato un numero assai significativo di polizze proprio in coincidenza con la nomina del padre quale Direttore del Dipartimento Prevenzione dell’ASP di Messina, avvenuta nel luglio del 2018.
Il sistema, secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Squadra Mobile, si sarebbe sostanziato in una serie di condotte, per nulla limitate a situazioni sporadiche o occasionali, causalmente orientate alla realizzazione di maggiori profitti da parte di MUSCOLINO Mario.
Nella lista dei clienti di quest’ultimo, sono presenti importanti attività imprenditoriali operanti nei settori della produzione e grande distribuzione del settore alimentare e in quello turistico/alberghiero, ovvero in ambiti che hanno comunque attinenza con le competenze dell’autorità sanitaria.
Altra figura di rilievo sarebbe quella di Francesco CURRO’, titolare di un laboratorio di analisi accreditato presso la Regione Siciliana ed a stretto contatto con l’A.S.P. di Messina, il quale, interessato a mantenere costanti e proficui rapporti con il Dirigente del Dipartimento di Prevenzione dell’ASP di Messina, si sarebbe prestato a favorire gli interessi dei MUSCOLINO, ponendosi talvolta da intermediario tra il funzionario pubblico e gli esercenti le attività imprenditoriali.
Significativo, ed esempio, il fatto che il dirigente MUSCOLINO avrebbe sollecitato il CURRO’ a stilare un elenco di operatori del settore alberghiero e/o della ristorazione ai quali proporre la stipula di contratti assicurativi con l’agenzia del figlio Mario.
Le investigazioni, inoltre, avrebbero fatto luce su un rodato sistema corruttivo avente ad oggetto la compravendita di false attestazioni pubbliche, in materia di sicurezza alimentare, messo in piedi dal CURRO’.
Infatti, diversi titolari di esercizi commerciali svolgenti attività di ristorazione o, più in generale, di somministrazione di alimenti o bevande, si sarebbero rivolti al CURRO’, in qualità di “formatore per alimentaristi”, per richiedergli, dietro compenso di denaro, il rilascio a beneficio dei propri dipendenti dei cosiddetti attestati “HACCP”.
Il CURRO’, in diverse occasioni, avrebbe falsamente attestato la presenza del lavoratore beneficiario nell’elenco dei partecipanti ai corsi obbligatori di formazione, nella maggior parte dei casi già svoltisi, nonché il superamento dell’esame finale.
Sulla scorta del quadro indiziario così raccolto, salvo diverse valutazioni giudiziarie nei successivi livelli e fermo restando il generale principio di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato, il Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dei tre citati indagati.