“Viviamo in perenne emergenza che sia inverno o estate, con l’unica differenza che sempre più frequentemente la violenza della natura ci ricorda in modo drammatico quanto ogni giorno sia rischioso percorrere la provincia di Messina e gran parte dell’Isola su strade obsolete, pericolose e su autostrade con continue restrizioni e doppi sensi di marcia: un pericolo per i lavoratori e difficoltà sempre più insostenibili per le aziende”. Lo afferma l’imprenditore messinese Alessandro Faranda, amministratore dell’azienda Fontalba.
“Per la Sicilia si parla sempre di grandi investimenti – osserva Faranda – mi chiedo però, perché tra le risorse che vengono comunicate puntualmente alla stampa e la realtà ci sia un abisso. Capisco che una frana non si possa prevedere, ma la manutenzione dovrebbe essere una regola e non apparire come un impegno straordinario nel momento in cui si consuma l’ennesima tragedia di vite umane e con imprese e attività commerciali in ginocchio. Rammento, per esempio, sulla A-18 la frana all’altezza di Letojanni dove i lavori di ripristino della carreggiata dopo sei anni non sono ancora ultimati”
“Continuo a sentire parlare di Ponte sullo Stretto – prosegue – maxi-opera che personalmente condivido, ma non può rimanere sempre l’unico tema strapuntino della politica, quando non esistono altri argomenti e quando ci accorgiamo che è un’odissea già spostarci da Messina a Catania. Al di qua dello Stretto paghiamo un prezzo carissimo rispetto al resto del Paese. Non è solo la condizione delle autostrade a preoccupare ma anche delle strade statali o ex provinciali che, ancora oggi, collegano molti comuni. So benissimo in che condizioni sono con manti stradali deformati o che si sgretolano, illuminazioni precarie o inesistenti, arterie prive di vere barriere di sicurezza. La mia azienda – spiega Faranda – si trova nell’area dei Nebrodi e siamo costretti, quindi, ad affrontare notevoli sacrifici per ottimizzare al meglio la logistica e garantire trasporti e consegne. Molte imprese a ogni nuovo imprevisto rischiano di accumulare ritardi sul tragitto e di conseguenza ritrovarci con consegne annullate che sono solo una perdita per l’impresa e che di certo nessuno mai ci rimborserà”.
“Per non parlare della città di Messina – osserva l’imprenditore – dove basta un acquazzone per allagare le vie principale e bloccare il servizio pubblico del tram”.
“Stimo il presidente Nello Musumeci e molti esponenti della giunta regionale che rappresentano la mia terra nella quale continuo e continuerò a fare impresa. Rimango dubbioso, però, su quanto la politica comprenda davvero quali siano le reali esigenze dei cittadini e dei lavoratori che, diligentemente, provano a mandare avanti l’economia della nostra regione”, conclude l’imprenditore.