di Michele Bruno – Ottima prima per la 65esima stagione concertistica organizzata dall’Associazione Vincenzo Bellini. Un grande successo di pubblico per Mario Stefano Pietrodarchi e le prime parti dell’Orchestra del Teatro Bellini di Catania. Il musicista abbruzzese, ed il quintetto che lo ha accompagnato, sono stati accolti dagli applausi e dagli incitamenti del caloroso pubblico messinese.
Un ottimo modo per far ripartire la musica, dopo il lungo letargo imposto dalla pandemia.
Pietrodarchi ha portato gli spettatori del Palacultura in un avventuroso viaggio da Roma a Buenos Aires, sulla nave della musica. A fare da padrone di casa il bandoneon suonato dall’artista di Atessa (Provincia di Chieti), che si integra alla perfezione con i due violini (Vito Imperato e Marcello Spina), la viola (Bruno Boano), il violoncello (Andrea Waccher) e il contrabasso (Nicola Malagugini).
Il bandoneon è lo strumento simbolo del tango argentino, assieme alla fisarmonica, soprattutto è lo strumento di Astor Piazzolla. Questa esibizione infatti è, come dice il titolo, un “Omaggio ad Astor Piazzolla”, l’inventore del tango moderno, il “nuevo tango”, che ha rivoluzionato il genere con l’inserimento di elementi di altri generi, come il jazz. Piazzolla è considerato uno dei più grandi, se non il più grande musicista che l’Argentina abbia mai avuto.
Vengono suonate tra le sue migliori composizioni: “Oblivion”, “Adios Nonino”, “Soledad”, “Vuelvo al sur”, “Le Grand Tango”. Non solo, i musicisti vengono acclamati e applauditi dal pubblico. Per ringraziarlo del calore ricevuto, i sei artisti intonano anche “Jorge Adios”, che nella versione cantata in italiano (“Se potessi ancora”) fu interpretata dalla nostra Milva, e infine Libertango, forse la più nota creazione di Piazzolla, quella che tutti hanno sentito almeno una volta nella vita, e che subito entra nella memoria. Negli ultimi due brani sarà utilizzata la fisarmonica al posto del bandoneon.
Si parte da Roma però, come detto, dagli omaggi ad altri due grandi, rispettivamente della musica e del cinema italiani, Ennio Morricone e Federico Fellini. Sono infatti le grandi colonne sonore di Morricone e di Nino Rota le protagoniste della prima parte dello spettacolo.
Si inizia con “Nuovo Cinema Paradiso”, “Mission” e “C’era una volta il West”, e poi si passa alle musiche di “La Strada”, “Amarcord” e “Otto e mezzo”.
Colpisce molto il trasporto e l’entusiasmo di Pietrodarchi. E’ lui la voce narrante che racconta e ci accompagna in questo viaggio, introducendo i vari brani. Trasporto ed entusiasmo visibili nel suo modo molto particolare di muoversi e immedesimarsi durante l’esibizione.
E’ contagioso. Infatti il pubblico viene decisamente contagiato dalla bellezza della musica, lasciando dietro ogni cattivo pensiero.
C’è spazio anche per un ospite d’eccezione, il giovane messinese Giuseppe Miseferi, apprezzato docente del Conservatorio di Vibo, che fa sognare con il suo pianoforte. Dal 1992 ad oggi, Miseferi si è classificato al primo posto in oltre 50 Concorsi Pianistici Nazionali ed Internazionali. E’risultato “Miglior Diplomato d’Italia” dell’anno 2001 al Concorso “Castrocaro Classica”, forma da tempo un duo con Calogero Palermo, con cui ha inaugurato le stagioni concertistiche “Più Classica” de La Feltrinelli di Roma e Palermo e nel 2011 sono stati selezionati, unico duo italiano, all’Academie de Lausanne.
Ancora un po’ di Calabria, con le composizioni del calabrese Giuseppe Sangeniti, docente e dirigente scolastico a Nicotera e valido violinista, caro amico di Pietrodarchi, dedicate alle Alfa Romeo “Giulietta Spider” e “Giulia”. Sembra davvero di viaggiare su un’auto iconica, lontani però dal caos della Città, in qualche strada extraurbana sullo sfondo del mare e di dolci colline.
Mario Stefano Pietrodarchi, nato nel 1980 ad Atessa, è un musicista dal valore internazionale, che si è esibito in Italia e nelle più importanti sale da concerto del mondo. Alcune delle esperienze più celebri e importanti sono state quelle in cui ha suonato al fianco di Andrea Bocelli, Angela Georghiu e Andrea Griminelli il 25 Maggio 2009 al Colosseo, con l’Orchestra sinfonica abbruzzese, per i terremotati; Ancora con Bocelli a Instanbul nel 2014, nel 2011 con Erwin Schrott all’Arena di Verona, per i 150 anni dell’Unità d’Italia; Nel 2018 con l’Orchestra Barocca del grande violinista Andrés Gabetta.