Mafia: condannato in appello a Reggio il barcellonese Rosario Pio Cattafi

Confermata la condanna per l’avvocato Rosario Pio Cattafi, dopo cinque anni di rinvii e slittamenti. Coinvolto nella operazione antimafia Gotha 3, Cattafi è sttao condannato a sei anni di carcere dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, per essere stato un esponente organico del clan di Barcellona Pozzo di Gotto almeno fino al 2000. La Corte d’Appello di Reggio Calabria, presidente Filippo Leonardo, a latere i giudici Adriana Trapani e Antonino Laganà (Pg Antonio Giuttari) ha confermato inoltre le condanne al risarcimento del danno e la condanna alla refusione delle spese processuali per l’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia e per il comune di Mazzarrà S. Andrea, liquidate in 4mila euro, oltre accessori.

Ruolo fondamentale nel processo è stato quello del collaboratore di giustizia ed ex capo dell’ala militare di Cosa nostra barcellonese Carmelo D’Amico, che ha sostanzialmente confermato le accuse nei confronti di Cattafi, risalenti alle deposizioni del 2015.

Rosario Pio Cattafi  è considerato uno strategico anello di congiunzione fra il mondo delle mafie – i clan catanesi e palermitani e la ‘Ndrangheta calabrese – gli ambienti massonici piduisti, la politica. In questa veste è stato descritto da innumerevoli inchieste tra la Sicilia e Milano che lo hanno lambito, raccontandolo coinvolto in misteriose operazioni finanziarie, sequestri, persino traffici di droga così come il boom telecomandato delle leghe regionali alla fine degli anni Novanta, ma allo stato è stato condannato “solo” come uomo della mafia barcellonese.

Il suo nome si intreccia anche con la morte dell’urologo barcellonese Attilio Manca, come si evince da alcune deposizioni di Carmelo D’amico che racconta due confidenze raccolte tra il 2004 e il 2006 nelle quali spiccano i Servizi segreti dietro l’omicidio dell’urologo barcellonese Attilio Manca“Poco tempo dopo la morte di Attilio Manca, avvenuta intorno all’anno 2004, incontrai Salvatore Rugolo, fratello di Venerina e cognato di Pippo Gullotti (condannato all’ergastolo quale mandante dell’omicidio di Beppe Alfano, ndr). Lo incontrai a Barcellona, presso un bar che fa angolo, situato sul Ponte di Barcellona, collocato vicino alla scuola guida Gangemi. Una volta usciti da quel bar Rugolo mi disse che ce l’aveva a morte con l’avvocato Saro Cattafi perché ‘aveva fatto ammazzare’ Attilio Manca, suo caro amico. In quell’occasione Rugolo mi disse che un soggetto non meglio precisato, un Generale dei Carabinieri, amico del Cattafi, vicino e collegato agli ambienti della ‘Corda Fratres’, aveva chiesto a Cattafi di mettere in contatto Provenzano, che aveva bisogno urgente di cure mediche alla prostata, con l’urologo Attilio Manca, cosa che Cattafi aveva fatto”.  Dichiarazioni che il pentito Carmelo D’Amico rese ad ottobre del 2015  durante l’udienza davanti al Tribunale del Riesame di Messina, pubblicate sulle pagine della Gazzetta del Sud.

La lunga vicenda giudiziaria del processo “Gotha 3” però potrebbe non essere finita, perché nuovamente – ha annunciato l’avvocato Salvatore Silvestro, legale di Cattafi – ci sarà ricorso in Cassazione.

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