“Il Cas resta un ente allo sbando – dichiarano le segreterie di Filt Cgil Fit Cisl Uiltrasporti Ugl e SLA Cisal – strozzato dalla politica e dalla burocrazia ed in evidente crisi gestionale. Lavoratori penalizzati e utenti su autostrade ridotte per larghe tratte a ‘trazzere’ con pesanti problemi di sicurezza evidenziate dal Ministero. Di fronte a questa situazione siamo ‘costretti a scioperare’ – continuano i sindacati – anche dopo l’odierno incontro tra le parti con cui la Prefettura su convocazione del vice capo gabinetto dott Cosimo Gambadauro, ha tentato di trovare una soluzione in extremis alle croniche problematiche che il Consorzio non riesce a risolvere e che vedono fortemente penalizzati 300 lavoratori, la funzionalità dell’ente e la stessa qualità e sicurezza delle autostrade siciliane. Non sono state sufficienti le rassicurazioni dei vertici del Cas, avanzate nella odierna riunione rappresentate dalla consigliera di amministrazione Chiara Sterrantino, dal direttore generale Salvatore Minardi ed il consulente avvocato Carmelo Matafù. Il Cas secondo quanto dichiarato dai vertici si appresterebbe il prossimo mercoledì a predisporre le delibere necessarie per l’applicazione del contratto ai lavoratori, atti che poi dovranno passare al vaglio della Regione.
Questi sindacati hanno tentato da marzo scorso di trovare una intesa con il Cas e oggi temiamo il ripetersi del solito corto circuito con la Regione che non ha consentito il dovuto riconoscimento economico e normativo del contratto delle Autostrade per i lavoratori e del fabbisogno organico dell’ente – continuano Filt Cgil Fit Cisl Uiltrasporti Ugl e SLA Cisal – ma l’ente, divenuto economico dal febbraio 2021, continua a mostrare la solita faccia del carrozzone succube della politica e della burocrazia regionale senza un piano industriale e un fabbisogno organico condiviso. Gli unici interventi di gestione si rilevano a danno dei lavoratori e persino lesivi in questi giorni dei diritti di sciopero – concludono i sindacati – e per questo viene confermata l’azione di protesta proclamata a partire dal 1 ottobre che, alla luce dello stallo che riscontriamo, sarà solo l’inizio di un autunno caldo di proteste e denunce”.