di Palmira Mancuso – La comunicazione ha le proprie regole. Soprattutto è difficile costruirsi una credibilità e mantenerla, sia che tu agisca come “fonte” di notizie, sia che tu le pubblichi. Da ieri, dunque, Red Ronnie festeggia con il sindaco una “vittoria di Pirro”, dopo aver confessato che la vicenda del green pass non esibito al Museo di Messina era una “catenata” per manipolare la stampa e creare un caso con il nobile scopo di far sapere al mondo che sullo Stretto sono conservati ed esposti due quadri di Caravaggio.
Tra le risate arroganti di chi si compiace di aver gabbato gli altri, accanto al suo sindaco-bancomat, ha mostrato sul cell la foto di un green pass (dichiarando che fosse suo) e spiegando che la “genialata” (come l’ha definita Cateno De Luca) è arrivata dopo un imput notturno del primo cittadino che gli avrebbe chiesto di inventarsi qualcosa per far conoscere il Museo di Messina.
Ora, considerando che involontariamente anche noi ieri nel nostro editoriale avevamo suggerito una “exit strategy” indicando come fatto positivo nella vicenda la pubblicità ai Caravaggio, non sappiamo più se quanto affermato dal sindaco-cantante e dal suo presentatore, corrisponde al vero.
E non lo sapremo mai. Perchè chi riesce a far passare una bufala come verità, lo può fare solo una volta: il “sistema” della comunicazione e del giornalismo lo puoi bucare, ma poi l’effetto boomerang è immediato e implacabile. Nessuno più darà credibilità a chi usa la manipolazione scientemente e si vanta del proprio metodo spregiudicato per insultare l’intelligenza e la buonafede altrui.
Questo Cateno De Luca doveva spiegarglielo, visto che ormai delle tante fantasmagoriche strategie per bucare la comunicazione di massa, gli è rimasta solo il turpiloquio.
Benvenuto nel club dei sudditi di catenopoli a Red Ronnie e visto che a quanto pare ama i detti siciliani ne suggeriamo uno che vale anche per il suo (adesso vicinissimo) amico sindaco De Luca a cui può chiedere di tradurre: “cent’anni d’amuri e un minutu di sdegnu”.