di Michele Bruno – Nella diretta di ieri il Sindaco di Messina non le ha mandate a dire (qui). Non soltanto non si è scusato con il Presidente del Consiglio Comunale Claudio Cardile per le sue parole, ma ha ribadito il suo ‘metodo’ e difeso la sua scelta. E’ stato quasi un passaggio apologetico del ‘metodo De Luca’.
Tutto parte da un commento all’editoriale su Gazzetta del Sud di Lucio D’Amico, che non è piaciuto molto al Sindaco:
“Lucio D’Amico dice che dalla ragione me la porto al torto” spiega De Luca.
Ma poi afferma “Io non sono un uomo di plastica, sono fatto così e mando aff****lo tutti”.
Cosa significa questo? Per Cateno De Luca quello che è importante non è la ‘forma’, ma la ‘sostanza’. Il Primo Cittadino si sente libero di apostrofare Cardile con parole rivolte al suo aspetto fisico e sorride quando fa riferimento al fatto che Cardile lo voglia querelare per difendere le persone che vengono bullizzate per il loro aspetto.
Ribadisce “Io sono fatto così”… Quindi prendere o lasciare.
De Luca spiega di aver usato questo metodo per difendere Dafne Musolino. L’Assessora era stata buttata fuori da Cardile nella seduta sulla presa d’atto della determina sindacale sulla Tari (leggi qui). Cardile aveva ritenuto in un primo momento di non doverle dare la parola, interpretando la norma del regolamento, poi decide di fare una sorta di strappo alla regola, ma la butta fuori quando Musolino inizia ad alzare la voce contestando il Presidente, piuttosto che parlare nel merito dell’argomento della seduta.
“Cardile è impazzito – afferma De Luca – pur di limitare il dibattito si trincera dietro un regolamento che comunque dava ragione a Musolino”. E definisce a sua volta quello di Cardile “atteggiamento da bulletto”.
Usa anche l’argomento femminista contro il Presidente del Consiglio Comunale:
“perché questi episodi succedono tutti con le donne? che problemi ha Cardile con i miei assessori donna?”.
E ancora, argomenta:
“Immaginavo che mi querelasse perché l’ho definito un uomo delle Lobby. Cardile è un dipendente della Uil, non è autonomo nelle sue idee”. il Presidente sarebbe quindi influenzato nel suo ruolo dal suo impiego, una sorta di conflitto di interessi, secondo il Primo cittadino.