di Michele Bruno – Ne da notizia ieri con un post Facebook. Il Presidente del Consiglio Comunale Claudio Cardile ha deciso di denunciare il Sindaco di Messina Cateno De Luca per le sue frasi in una diretta Facebook realizzata a seguito dell’ennesima bocciatura della Tari in Consiglio, nel voto per la presa d’atto richiesto da Nello Pergolizzi.
Le frasi del Sindaco riguardavano l’aspetto fisico del Presidente Cardile, e quest’ultimo ha ritenuto di dover adire le vie legali per tutelare, a sua stessa ammissione, non tanto sé stesso, ma le vittime di quello che viene definito come ‘bodyshaming’.
Ecco le sue parole:
“La violenza verbale del Sindaco è, purtroppo, fatto noto ed ha mietuto vittime di tutti i tipi e di tutte le categorie.
Io stesso, in tante occasioni, sono stato oggetto delle sue contumelie e delle sue volgari offese. Tuttavia, consapevole del fatto che gli insulti qualificano chi li proferisce, ho preferito volare alto, cercando di manifestare uno stile consono alle istituzioni che ho l’onore di rappresentare.
Tuttavia, in questo ultimo periodo, l’escalation è divenuta irrefrenabile, raggiungendo livelli inqualificabili che sono inadeguati non solo per un rappresentante delle istituzioni, ma addirittura del vivere civile. In particolare, nella giornata odierna, durante la consueta e stantia diretta facebook di De Luca, sono stato oggetto di attacchi verbali che, oltre ad offendere la mia persona configurando evidenti ipotesi di reato, oltraggiano una precisa categoria di soggetti: le donne e gli uomini in sovrappeso.
Definirmi “signor trippa muscoli” oppure affermando “ha mostrato il lardo muscoli” (in passato mi ha detto anche che “grugnisco”) non rappresenta solo una caduta di stile, ormai conclamata, ma offende una serie di soggetti che vivono il disagio del proprio stato fisico, ponendo in essere una condotta tipica del cosiddetto body shaming.
Come noto, il body shaming è il comportamento di chi deride o offende una persona per il suo aspetto fisico (ad esempio l’altezza, la presenza di peluria o acne, il peso, il colore dei capelli e così via).
Le persone, oggetto di tali azioni diffamatorie e denigratorie, patiscono gli effetti negativi, con conseguenze la cui gravità è commisurata alla sensibilità dei singoli ed alla diffusione delle offese.
Per tale ragione, ho deciso che non posso più soprassedere ed ho conferito mandato ai miei legali per citare in giudizio l’autore di tali condotte criminose, anche a tutela di chi non ha la forza di potersi difendere individualmente.
A ciò si aggiunga che, una persona pubblicamente esposta come un sindaco, rappresenta un esempio per la comunità e soprattutto per i giovani.
Se De Luca ha deciso di rappresentare questo esempio per i suoi figli, me ne spiaccio per loro. Ma i giovani messinesi e l’intera comunità devono avere ben chiaro che altri sono i valori ed i comportamenti alla base del vivere civile ed i principi fondanti di una società.
Se domani qualcuno (e mi auguro non accada) dovesse adottare condotte di siffatta natura, dileggiando un compagno di scuola o un’amica o chiunque altro per l’aspetto fisico, avrò la consapevolezza che non sarò stato io il suo esempio, e la mia coscienza sarà apposto. Altri, more solito, faranno finta di nulla.
È questa la ragione che mi ha indotto ad adire le vie legali, per tutelare indirettamente tutti quelli che vengono discriminati per la propria condizione fisica, per la tendenza sessuale, per il colore della pelle, per la religione, e magari non sono nelle condizioni di poter denunciare.
Io non mi vergogno del mio fisico, avendo maggiormente a cuore lo status mentale. Ma dietro una condizione di obesità, può esserci una patologia o un disagio psichico e l’atteggiamento da bullo provoca grave nocumento, a volte tragico.
Si possono (anzi, si devono) far valere le proprie opinioni anche politiche senza offendere l’antagonista anche quando, come nel caso di De Luca, si versa nell’assoluta carenza argomentativa.
Parafrasando Primo Levi, mi vien da dire “se questo è un sindaco”.
Ma tant’è. Fortunatamente la storia insegna che la democrazia ha al proprio interno gli anticorpi e gli strumenti per rimediare ai propri errori.
Nell’attesa, mi chiamo fuori da questo scempio comportamentale, essendo ben altro per educazione e stile.
Arrivano le parole di solidarietà sia nei commenti al post, sia nelle note ufficiali dei partiti in Consiglio, soprattutto dell’opposizione.
‘Esprimiamo la nostra solidarietà al presidente del consiglio Claudio Cardile, insultato su Facebook dal sindaco Cateno De Luca, che ancora una volta, qualora servisse un’ulteriore conferma, si qualifica per quel che è. Un episodio reso ancora più grave dalle dichiarazioni odierne del primo cittadino, che invece di chiedere scusa ha ulteriormente rincarato la dose, accusando ‘velatamente’ Cardile di bullismo e misoginia: una strumentalizzazione che si commenta da sé’.
Così, in una nota, i consiglieri comunali del M5s commentano le parole proferite dal primo cittadino.
“In questi tre anni abbiamo assistito a un continuo e degradante “spettacolo”, incentrato sulla demonizzazione costante del nemico di turno. Insulti, insinuazioni, intimidazioni, atteggiamenti discriminatori: un repertorio che non offende solo gli avversari politici di turno da dare in pasto ai propri seguaci, ma la città intera. Adesso però si è oltrepassato ogni limite”.
Continuano: “Denigrare una persona per il proprio aspetto fisico mortifica e offende migliaia di cittadini. Comprendiamo (ma non giustifichiamo) l’esigenza del sindaco di recuperare il consenso perduto alzando sempre più l’asticella dello scontro, ma non possiamo in alcun modo accettare che il confronto dialettico sfoci nelle offese personali e nel body shaming».
“Ricordiamo infine, come ha già fatto il presidente di Arcigay Rosario Duca – concludono – che di recente l’Amministrazione ha da poco riconfermato l’adesione alla rete Re.A.Dy, nata per prevenire, contrastare e superare tutte le discriminazioni basate su orientamento sessuale, identità di genere, sesso, disabilità, origine etnica, orientamento religioso ed età. Ci auguriamo che esternazioni inqualificabili come quelle del sindaco non comportino la cancellazione dalla rete, con relativo danno di immagine per la città intera”.
E’ intervenuto anche il segretario cittadino del Partito Democratico, Franco De Domenico:
“Claudio Cardile è persona perbene e mite, che ha tollerato per troppo tempo le angherie del sindaco e dei suoi cortigiani. Oggi anche lui è costretto a ricorrere alle vie legali, per una escalation della volgarità e dell’offerta che non ha eguali.
A lui, oltre la mia risaputa amicizia va tutta la mia solidarietà.
Oggi il dibattito politico Messina è inquinato da una sola parte e non è consentito a nessuno di dire “dobbiamo abbassare tutti i toni”, perché i toni li ha alzati ( oltre ogni limite) una e una sola parte. Gli altri hanno solo tentato, con educazione e stile, di difendersi.
Claudio Cardile, per avere esercitato il suo ruolo, viene attaccato con la solita violenza verbale dal sindaco, che non perde occasione di evidenziare presunti difetti del suo aspetto fisico, non rendendosi conto, purtroppo, che dire grasso o nano agli avversari politici non ferisce i destinatari dei suoi attacchi (che hanno spalle larghe per sopportare questo e altro) bensì chi ogni giorno soffre ( e non solo fisicamente) per tali patologie.
Ma certo aspettarsi da siffatto sindaco questo tipo di sensibilità è pura utopia!
Mi rendo conto, ma non demordo!”
E ancora Giandomenico La Fauci, capogruppo di Ora Messina:
“Non esiste nulla di più volgare, gratuito e insensibile dell’insulto fisico. Una meschinità che il nostro sindaco non si è fatto mancare, confermando – ancora una volta – di non avere alcun rispetto del prossimo.
Pietro La Tona, capogruppo di Sicilia Futura, si è invece limitato a ricondividere su Facebook il post di Cardile, come chiaro gesto di solidarietà.
Non pervenuti al momento passi indietro da parte del Sindaco o gesti di solidarietà da parte dei consiglieri che hanno votato a favore della presa d’atto.