“Quello che sta mettendo in atto il sindaco della città di Messina costituisce un autentico “golpe istituzionale”, proprio di certi regimi illiberali, che si basano sul rapporto diretto tra il “capataz” ed i suoi seguaci chiamati “popolo”, mentre tutti coloro che dissentono sono considerati nemici del capo e quindi nemici del popolo”. Interviene il Gruppo civico Rispetto Messina sulla situazione che si è creata dopo la bocciatura dell’aumento della Tari ad opera del consiglio comunale.
“Non diversamente può essere definito il mancato riconoscimento di delibere votate liberamente da un consesso consiliare eletto democraticamente, che viene posto in essere insieme al tentativo di imporre i suoi diktat sindacali, con i quali intende aumentare lo stesso la Tari portandola a quasi 495 euro, alimentando lo scontro sociale e demonizzando chi non segue tali metodi autoritaristici.
Diktat come quello di sabato sera, diffuso con un video appello in cui sono stati annunciati anche imprecisati “regolamenti di conti” personali; un video appello (il cui inizio fa pensare alle atmosfere di certi film horror) a cui hanno risposto sei consiglieri comunali più un settimo pentito, dopo essere stato accusato pubblicamente di “tradimento”.
E conoscendo il modus operandi del Sindaco si potrebbe immaginare un momento in cui di fronte ai suoi fedeli consiglieri strappa la delibera votata dal Consiglio Comunale, come a rappresentare “scenicamente” la sua significazione del valore della democrazia partecipata.
Perché, per il sindaco De Luca, il Consiglio Comunale va riconosciuto solo se vota acriticamente le proposte della giunta e diventa, invece, un “covo di scellerati”, o di “distruttori della città” se intende analizzare gli atti decidendo di non approvarli.
Ma, nel contempo, dopo l’esposizione alla gogna mediatica dei consiglieri che non hanno votato la delibera sul piano tariffario per i rifiuti, si stanno verificando episodi di intimidazione, e si vorrebbe far svolgere il Consiglio Comunale in un clima incandescente con la presenza dei lavoratori e dei precari della MessinaServizi, che sono stati mobilitati ed aizzati contro tutti quei consiglieri comunali che non volessero assuefarsi ai voleri del Sindaco.
MessinaServizi che ha dimostrato di non avere nessuna autonomia gestionale, in quanto le modifiche da apportare al piano economico e finanziario sono state decise dal socio unico Comune di Messina, e sono state finalizzate a logiche di macelleria sociale, invece di revocare le “intoccabili” esternalizzazioni di certi servizi.
E’ evidente – concludono gli attivisti di Rispetto Messina – come ci si trovi di fronte ad una situazione “ambientale” che può creare fattori di pericolosità sociale e di sicurezza e ordine pubblico.
Per cui dovrebbe essere la signora Prefetto, che è stata portata sicuramente a conoscenza dei “cattivi messaggi” diffusi sul web e delle loro possibili conseguenze, ad intervenire secondo la normativa vigente.
Normativa che prevede che il Prefetto debba assicurare il regolare funzionamento delle autonomie locali quali i Comuni, e, come eventuale estrema ratio, sospendere dai loro uffici i sindaci per gravi motivi di ordine pubblico; ed ancora il Prefetto può disporre ispezioni per accettare il regolare funzionamento dei servizi relativi alle funzioni di competenza del Sindaco.
Cosìccome sarebbe doveroso che, nell’immediato, il Prefetto richiami il sindaco De Luca affinché non utilizzi più impropriamente i social, e soprattutto Facebook, come strumento istituzionale per seminare quell’odio sociale i cui frutti amari e velenosi prima o poi vengono alla luce”.