di Michele Bruno – Si sbloccano i primi 151 milioni di euro per il Risanamento di Messina e vengono dati ufficialmente i poteri speciali al Prefetto Cosima di Stani. In seguito a questo evento il deputato della Camera Pietro Navarra, in quota PD, ha ritenuto di chiarire come questi fondi sono arrivati a Messina, in un lungo comunicato che ieri abbiamo pubblicato.
il Sindaco di Messina Cateno De Luca non ci sta e replica in una diretta Facebook (qui), perché a suo vedere Navarra, nel suo intervento, avrebbe “fatto capire che il bando finanziato era truccato”. Per questo motivo De Luca, definendo ciò “masturbazione mentale”, ne dice di tutti i colori al deputato nazionale: definisce Navarra “Ho Chi Min, per il suo modo di intendere la politica”, accostandolo al famoso dittatore vietnamita, sostiene che l’Ex Rettore “non ha mai fatto nulla per Messina”, definisce il comunicato come “riflessione corleonese”, e in riferimento al precedente impegno istituzionale di Navarra, parla di “cattedra universitaria fatta a posta per lui”.
Per chiarire il contesto va detto che Navarra risulta tra i firmatari delle tre proposte di legge, assieme a lui Francesco D’Uva (M5S) e Matilde Siracusano (Forza Italia), che poi sono state alla base del decreto del Ministro Mara Carfagna con cui sono stati sbloccati i fondi per il Risanamento e viene dato incarico al Prefetto di Messina Cosima di Stani come Commissario straordinario di Governo alla gestione della questione.
Un attacco in pieno stile deluchiano che Navarra non ha mandato giù. Arriva infatti oggi l’annuncio di querela da parte dell’esponente PD, che risponde in un post su Facebook:
“Ieri ho semplicemente detto la verità su De Luca e la sua amministrazione, buona soltanto ad aumentare le tasse ai cittadini e a prenderli spudoratamente in giro con promesse in larga parte clamorosamente disattese.
Era il 21 maggio del 2018 quando in piena campagna elettorale per le elezioni comunali della città l’On. De Luca chiedeva ai cittadini di votarlo dicendo che “L’Agenzia per il Risanamento potrà contare su una dotazione iniziale di 80 milioni di euro”.
Il 7 agosto 2018, eletto Sindaco, De Luca assumeva il solenne impegno che entro la fine dello stesso anno sarebbero state sgomberate e poi demolite tutte le strutture abitative che insistono nei sette ambiti di risanamento.
Il successivo 10 settembre 2018 De Luca continuava a prendere in giro i cittadini messinesi dicendo che “Il piano delle risorse finanziarie è un profilo che non mi preoccupa perché le risorse ci sono, le abbiamo individuate in circa 230 milioni di euro complessivi e abbiamo colto la volontà politica per sbloccarle”.
Rimanendo sempre sul tema, il 10 ottobre del 2019, immemore di quanto promesso e mai mantenuto, De Luca dichiarava che ‘grazie al governo Musumeci si chiuderà la stagione delle baracche’.
Nella stessa occasione, De Luca continuava a prendere in giro i cittadini messinesi, nel tentativo di recuperare il fallimento del primo anno di mandato, affermando che entro il 31 dicembre di quello stesso anno, ben sette zone della città dove insistono le baracche sarebbero state evacuate, le strutture abitative presenti in quelle aree sarebbero state demolite e sarebbero stati assegnati gli alloggi ai cittadini.
Ad oggi purtroppo, tutti gli impegni e le promesse sono state ampiamente disattese: le scadenze temporali, più volte rimandate, per lo sbaraccamento e la demolizione annunciate ai quattro venti non sono state neanche sfiorate dall’amministrazione comunale e dei fondi che la Regione avrebbe dovuto riconoscere alla Città di Messina non si è visto neanche un centesimo.
Se oggi ci sono le risorse, ben 250 milioni di euro, è grazie al governo nazionale e all’impegno dei deputati espressione del territorio della città di Messina. Per fortuna, inoltre, la gestione del risanamento delle aree degradate della città è nelle mani del Prefetto. PUNTO
Difronte a questa sacrosanta e incontrovertibile verità De Luca, senza argomenti, reagisce facendo ciò che sa fare meglio, da persona piena di livore e votata all’ignoranza e alla maleducazione gratuita: insultare senza argomenti, emettendo urla zotiche e selvagge.
Non sono il mio genere e non scendo a suo livello.
Ciò che, però, ho senza esitazioni già fatto, per difendere la mia immagine e onorabilità, è dare incarico al mio legale per promuovere un’azione civile di risarcimento danni per diffamazione.
Se, come sono fiducioso, la citazione dovesse andare a buon fine, le somme che riceverò come risarcimento saranno destinate a una o più borse di studio per giovani messinesi iscritti all’università e residenti in una delle sette zone d’ambito di risanamento”.
Ancora nella giornata di ieri De Luca rincarava in un suo post così: