L’on. Pietro Navarra (PD), deputato messinese della Camera, si esprime con una propria riflessione sul recente finanziamento di circa 150 milioni destinati al risanamento della città di Messina.
“All’assoluto immobilismo del Governo regionale che avrebbe per competenza dovuto occuparsi da oltre trent’anni del risanamento delle aree degradate della città di Messina, hanno fatto da contraltare gli interventi e i programmi del Governo nazionale che speriamo possano mettere fine alla inciviltà e al degrado in cui sono state costrette a vivere diverse migliaia di cittadini messinesi.
Sulla base di questa premessa, provo ad articolare una riflessione in risposta ad alcune domande che i cittadini messinesi dovrebbero porsi.
Da cittadini messinesi, quindi, chi non dobbiamo ringraziare?
Certamente non dobbiamo essere grati alla Regione siciliana e a chi l’ha governata negli ultimi trent’anni. Meno ancora al Presidente Musumeci e al suo Assessore Falcone che, in perfetta tradizione, a parte chiacchiere e parole al vento, non hanno in alcun modo contribuito finanziariamente a sostenere l’azione di risanamento della baraccopoli messinese.
….. e a chi, invece, dobbiamo essere grati?
Certamente al governo nazionale che ha stanziato per la nostra città 250 milioni di euro di finanziamenti e l’insediamento di una gestione commissariale che governerà con celerità e efficacia la programmazione e la spesa di queste risorse. Più specificatamente, dobbiamo riconoscere l’impegno al Ministro per il Sud Mara Carfagna (Forza Italia), per il suo emendamento al decreto Covid nel maggio di quest’anno, e ai Ministri per le Infrastrutture e trasporti Paola De Micheli e Enrico Giovannini, che hanno voluto fortemente un bando dedicato alla riqualificazione dei centri urbani per ridurre il disagio abitativo e favorire l’inclusione sociale (Paola De Micheli, Partito Democratico) e poi hanno integrato lo stanziamento iniziale e pubblicato in questi giorni la graduatoria delle proposte ammesse al finanziamento (Enrico Giovannini, tecnico di area PD).
….. e cosa hanno fatto i politici rappresentanti del nostro territorio?
Se il problema del risanamento delle aree degradate della città di Messina è diventata una questione nazionale lo dobbiamo ai rappresentanti della città in Parlamento. La riqualificazione delle aree degradate della città di Messina era sempre stato un problema regionale e mai, prima di questa nuova stagione, aveva avuto una dimensione nazionale. Oltre a me, gli On.li D’Uva e Siracusano hanno, ciascuno, depositato un progetto di legge per abbattere le baracche in città e dotare di un alloggio dignitoso ai circa 2500 nuclei familiari messinesi a cui da decenni sono stati negati i più basilari diritti di cittadinanza. La comunità di intenti e l’azione sinergica in Parlamento ha fatto breccia nel Governo che ha risposto con azioni e interventi i quali sono risultati, poi, in circa 250 milioni di finanziamenti per Messina.
……. e il Sindaco?
Aveva annunciato a più riprese che, grazie al sostegno finanziario della Regione siciliana, l’amministrazione comunale avrebbe cancellato le baracche in città, prima entro il 31/12/2018 e poi, dopo avere miseramente mancato il primo appuntamento, entro il 31/12/2019. Ad oggi, dopo qualche settimana dal passaggio di consegne al Prefetto di Messina, che coordina la gestione commissariale del risanamento, le promesse del Sindaco sono state mantenute solo in minima parte. Nessun finanziamento è arrivato da Palermo e lo sbaraccamento ha interessato circa il 20% dei potenziali destinatari, tra l’altro utilizzando risorse lasciate in bilancio dall’amministrazione precedente.
…….. sì, ma i progetti finanziati per circa 150 milioni di euro sul Programma nazionale della qualità dell’abitare li ha, però, presentati l’amministrazione comunale. Possiamo non riconoscere questo al Sindaco?
Dobbiamo riconoscere all’amministrazione comunale il merito di avere prodotto una serie di progetti considerati validi per il finanziamento. Un finanziamento, tuttavia, che risponde a un bando disegnato dall’allora Ministra Paola de Micheli con l’obiettivo di combattere il disagio abitativo nelle nostre città favorendo l’inclusione sociale attraverso progetti di riqualificazione urbana. Tra le altre realtà a livello nazionale, la Ministra aveva ben presente – e non certo perché ne aveva discusso con il Sindaco – la grave situazione delle aree degradate della città di Messina. Una situazione di inciviltà e degrado che per la vastità delle aree coinvolte e per la porzione di popolazione interessata, purtroppo, non ha eguali nel nostro Paese. Gli indicatori usati per la valutazione dei progetti, tra cui la superficie residenziale recuperata e il grado di inclusività sociale potenzialmente generata dai progetti, non potevano non premiare la nostra città. Non sono stupito, quindi, né dell’avvenuto finanziamento (solo 19 progetti non sono stati ammessi su 290), né dalla posizione in graduatoria. Detto in altri termini, il ministero delle Infrastrutture e trasporti ha tagliato la stoffa per cucire e consegnare una serie di vestiti su misura per città che hanno determinate caratteristiche di degrado urbano e Messina ha la fisionomia – il fisico, direi – più adatto per indossare quei vestiti. L’amministrazione comunale, quindi, ha fatto bene a provarli e, una volta fatto, non poteva vederli con segnati.
….. quindi, senza il “sarto” l’amministrazione comunale non avrebbe mai avuto le risorse per fronteggiare gli interventi necessari di riqualificazione degli ambiti di risanamento?
Esattamente. L’amministrazione comunale ha avuto il merito di formulare uno o più progetti che sarebbero rimasti nei cassetti dei suoi ingegneri se avessimo aspettato la Regione siciliana e, soprattutto, se la Ministra De Micheli non avesse formulato e, poi, finanziato il bando, anche su sollecitazione dei parlamentari del territorio che hanno a più riprese esposto i problemi di degrado in cui versano da molti anni alcune aree della nostra città”.