di Salvatore Di Bartolo – “Oggetto di grandi discussioni e dibattiti in questi giorni è il DDL Zan, il cui contenuto, in tutta onestà, non mi convince affatto”. Parole e musica di suor Anna Monia Alfieri, esperta in politiche scolastiche e referente scuola per Usmi. “Certamente è doveroso contrastare qualsiasi forma di discriminazione, nel rispetto della dignità umana e del principio di uguaglianza – spiega Suor Anna – credo, tuttavia, che questo DDL vada nella direzione opposta. Se, nell’intendimento del legislatore, ci fosse solo la tutela della persona, sarebbe sufficiente applicare la normativa esistente. Non esiste una lacuna normativa da colmare, in quanto il nostro ordinamento tutela già la vita, l’onore, l’incolumità delle persone, senza distinzione di sesso, religione, lingua, razza. Non ultimo, è prevista l’aggravante per aver agito per motivi abietti e futili”, afferma la religiosa.
“Evidentemente è nelle pieghe del dettaglio che si insinua la discriminazione. Infatti, quando la legge precisa con eccesso di tutela, in realtà essa discrimina, introducendo categorie. Io stessa avverto un certo disagio di fronte ad una legge che mi tutela per via dell’abito che indosso: chiunque discrimina una religiosa, in quanto tale, viene punito con un’aggravante. Mi chiedo: a motivo della mia scelta di vita, debbo essere inserita in una sorta di “categoria protetta”?”
“La legge crea una categoria protetta – prosegue Suor Anna – apre la strada ad una nuova visione antropologica di persona issata ad anonimo sistema. La confusione viene coperta con la legge e il pensiero dominante viene diffuso a tappeto dalle scuole: qualsiasi rigurgito di buon senso viene trasformato in reato. Allora io parlo ai ragazzi: abbiate il coraggio di conoscere, di approfondire, per non essere influenzabili neanche da me, da nessun burattinaio. Sappiate orientarvi”, conclude la religiosa.