Abbandono scolastico e denatalità, le proposte di Azione Messina

Il 2020 passerà alla storia per essere stato l’anno in cui tutti siamo stati legati da una stessa vulnerabilità dovuta al dilagarsi di una pandemia, forse una delle più terribili dell’ultimo secolo. Le nostre personalità sono cambiate: ci siamo dovuti adattare a nuove situazioni perché la pandemia sconvolge notevolmente i bisogni di base oltre che le attività quotidiane degli individui. Per sopravvivere abbiamo dovuto fermare il mondo. Ma se il mondo si ferma, non sopravviviamo.

Un anno terribile quello trascorso in cui si è segnato un altro primato: decimo anno consecutivo di calo della natalità. In quest’arco temporale l’Italia ha perso quasi 134.000 neonati e, rispetto al baby boom degli anni sessanta, si registrano oltre mezzo milione di nascite in meno.

Nel 2019 le nascite sono state 420mila, quasi 20mila in meno rispetto al 2018 (- 4,5%); nel 2020 sono state 404mila, con un calo del 4% e nei primi 2 mesi del 2021 (i primi in cui l’impatto Covid emerge) il calo è prodigiosamente alto intorno al 10%.

Anche la Sicilia segue il trend nazionale e l’analisi effettuata dal 2009 al 2019 evidenzia un calo delle nascite pari al 20%; la stessa percentuale si riscontra nella provincia di Messina mentre nella città il calo aumenta fino ad arrivare al 30%. (Nel 2019 si sono avute solo 1554 nascite contro 2585 morti).

Questi dati danno il senso della rilevanza di questo fenomeno davanti al quale la politica e la società non possono rimanere spettatori indifferenti e preoccupati, senza che siano messe in atto adeguate azioni strutturali su vari fronti.

Le conseguenze più ovvie di questa situazione demografica si avranno nella scuola: i servizi
dell’infanzia e i settori scolastici del primo ciclo sono già coinvolti dal decremento e lo saranno sempre più nei prossimi anni, con incidenze sugli assetti organizzativi.
Altro dato allarmante è quello della dispersione scolastica. Quanto alla distribuzione territoriale, la maggiore propensione all’abbandono scolastico è riscontrata nelle regioni meridionali. Tra le regioni spiccano la Sicilia, con un tasso di abbandono dello 1,07%, e la Calabria e la Campania, rispettivamente con lo 0,75% e lo 0,74%.

Certamente la pandemia ha acuito questo fenomeno, a partire dalle periferie urbane e dai territori difficili. Infatti, è quello che è accaduto proprio nella città di Messina. I dati relativi all’anno 2019 e al primo semestre 2020 contenuti nel Report Annuale della Caritas denunciano una percentuale più alta di abbandono scolastico nella zona di Gazzi (8,49%) che comprende tre scuole nei quartieri ultra-popolari di Villaggio Aldisio,
Fondo Fucile e Minissale per un totale di 540 iscritti.

La scuola fa più fatica ad attrarre e trattenere gli studenti più disagiati e dunque, partendo da questa considerazione, quali sono le strategie che occorre adottare?

“La proposta di Azione Messina – afferma Rosaria Moschella, Referente Scuola Messina in
Azione – è quella di individuare tutte quelle aree delle città in cui insiste maggiormente
l’abbandono scolastico per poi realizzare una mappatura delle aree di crisi sociale complessa in cui andranno individuati i tassi di abbandono, risultati scolastici e dati occupazionali.”

Tutti questi elementi rappresenteranno il punto di partenza per realizzare l’offerta formativa più idonea in cui verranno prediletti progetti e laboratori di attività extra-curriculari per lo sviluppo personale e sociale dei ragazzi.

“Occorrerà necessariamente – continua la Referente – aumentare le ore trascorse a scuola perché questo risulta fondamentale non solo per acquisire le competenze necessarie per garantire tutte le opportunità a cui un giovane ha diritto, ma anche incentivare la coesione sociale e l’integrazione.

Le ricerche scientifiche confermano che il tempo prolungato ha effetti positivi sul rendimento scolastico degli alunni particolarmente evidente negli studenti con basso status socioeconomico e per gli italiani con diversi background linguistici e culturali.

Aumentare il tempo a scuola aiuta anche i genitori che spesso per conciliare vita lavorativa e familiare sono costretti a lavorare part-time o affidare i figli ai nonni”.

“Inoltre – conclude il Coordinatore Provinciale di Azione Messina, Letterio Grassodiffondere l’obbligo del tempo prolungato a livello nazionale per la scuola primaria e secondaria di primo grado diventa, secondo Azione, elemento necessario per contrastare l’abbandono scolastico. Le Istituzioni Scolastiche, esercitando l’autonomia didattica e organizzativa loro attribuita, dovranno ancor più aprirsi all’ambiente, realizzare esperienze innovative, moltiplicare le circostanze di apprendimento, creare quelle attività laboratoriali utili al rinforzo e allo sviluppo degli apprendimenti e incentivare l’educazione fisica e lo sport. La scuola contribuirà così al ridimensionamento dei fenomeni di abbandono e nello stesso tempo rappresenterà un luogo di utilità sociale al servizio della comunità”.

Da questa comunità, da questo luogo di relazioni, occorre ripartire.

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