Il rapporto AlmaLaurea 2021 sul profilo e sulla condizione occupazione dei laureati dell’Università di Messina è stato condotto su un campione di 3864 individui, sostanzialmente in linea rispetto al dato del 2020, mantenendo in linea di massima invariata la distribuzione tra i laureati nelle diverse tipologie di corsi di laurea (triennali, magistrali biennali e magistrali a ciclo unico).
Profilo dei laureati
“Rispetto al 2020, aumenta sensibilmente la capacità dell’Ateneo di attrarre studenti provenienti dall’estero. E’ questo uno degli elementi più importanti che emerge dal rapporto AlmaLaurea 2021, come sottolineato dal Prof. Dario Maimone Ansaldo Patti, delegato Almalaurea. La popolazione studentesca staniera, infatti, nell’ultima rilevazione passa all’1.8%, rispetto all’1.3% della rilevazione 2020. Per quanto anche a livello regionale il dato relativo agli studenti stranieri appaia leggermente in crescita rispetto all’anno precedente, l’Università di Messina conta una percentuale doppia rispetto alla media regionale, pari allo 0.9%”.
“Si tratta di un dato importante che evidentemente premia le scelte intraprese dagli Organi di Governo del nostro Ateneo- commenta il Rettore, Prof. Salvatore Cuzzocrea. Negli ultimi anni l’Amministazione ha fortemente puntato sul miglioramento e sulla diversificazione dell’offerta formativa, strategia questa che evidentemente viene incontro alle esigenze degli studenti provenienti da numerosi paesi stranieri. Con soddisfazione si nota inoltre che il dato dell’Università di Messina si pone in netta controtendenza rispetto al dato nazionale che nell’anno precedente ha visto rimanere la percentuale studentesca sostanzialmente stabile al 3.2%. L’Ateneo Peloritano, pertanto, rispetto al contesto regionale, si presenta come una valida scelta per chi intende intraprendere un percorso di studi in Sicilia”
Appare significativo anche il dato relativo alla provenienza geografica degli studenti messinesi, che aumenta dal 21.1% dell’anno passato al 23% nell’ultima rilevazione, in linea con la media nazionale. Il Rettore osserva che il dato è sicuramente influenzato dalla particolare posizione geografica dell’Università di Messina, ma è indubbiamente il risultato delle molteplici azioni di sostegno alla mobilità intraprese da questa Amministrazione, unitamente al rafforzamento dell’offerta formativa, che evidentemente appare maggiormente attrattiva.
Rimane sostanzialmente invariata anche a fronte del dato nazionale l’età media dei laureati, ma cresce la percentuale dei laureati in corso, aumentata di oltre il 3% rispetto all’anno precedente e pari al 55%. Questo dato è decisamente superiore alla media regionale poco sotto al 52%.
Anche in questo caso, non si può non attribuire questa crescita alle azioni intrarprese dall’Amministrazione Universitaria, volte a rafforzare i processi di apprendimento degli studenti.
E’ auspicabile che la quota dei laureati in corso (cresciuta di circa l’8% in due anni) possa ulteriormente aumentare, chiudendo definitvamente il gap rispetto al dato nazionale
“Aumenta in modo deciso anche la percentuale di coloro che si dichiarano soddisfatti del percorso effettuato a Messina (dal 90.1% della precente rilevazione al 92.6%) con oltre il 71% degli studenti che si iscriverebbe nuovamente presso l’Ateneo Peloritano. Questo è un dato che ci rende particolarmente orgogliosi- continua il Prof. Cuzzocrea- in quanto è la dimostrazione tangibile della bontà delle azioni intraprese da questa Amministrazione. In generale le valutazioni degli studenti appaiono migliori rispetto alla media regionale, con la sola eccezione del giudizio espresso sulla qualità delle aule. Tuttavia, è lecito aspettarsi un netto miglioramento di questo indicatore, in conseguenza degli interventi ordinari e straordinari che l’Amministrazione ha posto in essere per il miglioramento delle strutture didattiche”.
Condizione occupazionale
“Per quanto riguarda la condizione occupazionale- il Prof. Maimone Ansaldo Patti sottolinea -che il dato deve essere letto alla luce della particolare congiuntura economica, creatasi a seguito dell’emergenza sanitaria che da più di un anno colpisce tutto il mondo. Ed invero il tasso di occupazione dei laureati triennali ad un anno dal conseguimento del titolo è pari al 59.5%, in leggero calo rispetto all’anno precedente. Di contro aumenta la percentuale di coloro che hanno iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento della laurea (74%, superiore alla media regionale). Anche la retribuzione netta mensile appare in linea con il dato regionale e nazionale, mentre con soddisfazione si riscontra che oltre il 74% dei laureati triennali messinesi ad un anno dal titolo ed il 71.2% a cinque anni dal titolo ritiene che la laurea abbia giocato un ruolo fondamentale nel mondo del lavoro. Anche in questo caso il dato è in linea con quello regionale, ma superiore a quello nazionale, per quanto una comparazione con la situazione nazionale appare difficile a causa delle rigidità e delle forti distorsioni che caratterizzano il mercato del lavoro siciliano e messinese, rispetto ad altre realtà italiane”.
Anche il tasso di occupazione dei laureati magistrali subisce una flessione rispetto all’anno precedente di circa due punti percentuali. Ma anche in questo caso, il dato va letto alla luce della crisi innescata dalla pandemia nell’ultimo anno e mezzo.
Anche in questo caso, tuttavia, gli studenti messinesi riconoscono l’importanza del titolo di studio ai fini dell’ingresso nel mondo del lavoro. La percentuale di coloro che dichiarano che la laurea ha giovato nella ricerca di un impiego è pari al 71.2% in crescita di circa 3 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione. Anche quest’anno la rilevazione AlmaLaurea evidenzia l’importanza dello studio universitario, rispondendo indirettamente al fenomeno ormai abbastanza comune di studenti che preferiscono trovare una occupazione subito dopo il conseguimento del diploma rispetto ad un percorso universitario. E’ bene allora continuare nell’opera di orientamento in ingresso (oltre che in itinere) in favore degli studenti per far comprendere loro che iscriversi ad un corso universitario è essenzialmente un investimento per il futuro, un investimento che ha una remunerazione superiore a quella media di mercato, ancorchè, sovvertendo i principi tipici dei mercati finanziari, con un rischio (comparato) inferiore.
“In generale, quindi, la rilevazione AlmaLaurea 2021 ci fornisce una fotografia del profilo e della condizione occupazionale dei laureati messinesi che premia gli sforzi sin qui fatti dagli Organi Accademici -conclude il Prof. Cuzzocrea- essa tuttavia rappresenta un ulteriore stimolo per continuare nel progressivo processo di miglioramento della qualità dei servizi erogati e per fornire dei percorsi di studi sempre più adeguati alla mutevole realtà del mercato del lavoro ed alle esigenze dei potenziali studenti. Solo in questo modo gli studenti messinesi potranno avere le necessarie competenze per essere competitivi non solo a livello locale, ma soprattutto a quello nazionale”.