“Articolo 15 della Costituzione – la liberta di ogni forma di comunicazione è inviolabile;
articolo 18 – i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati dalla legge penale;
articolo 21 – Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione”.
E’ il gruppo di iniziativa civica “Rispetto Messina” che vuole “richiamare alla rilettura attenta di queste norme costituzionali (a cui se ne potrebbero aggiugere altre) una rappresentante della amministrazione comunale, che in recenti dichiarazioni chiede di conoscere dati, quali i nominativi di aderenti ad associazioni e movimenti civici costituiti da liberi cittadini, che hanno espresso critiche alla gestione amministrativa della città, riportate dai mezzi di informazione, oggetto, anche essi, di qualche messaggio trasversale.
Perché tale richiesta non solo va a violare norme e leggi vigenti, ma denota anche, una malcelata insofferenza verso il confronto dialettico e democratico, e può far venire alla mente, quel “delitto di lesa maestà” correlato di solito al “delirio di onnipotenza”, applicato nei regimi monarchici assolutisti.
Una richiesta che, inoltre, fa il paio con la preannunciata, da parte del Sindaco, d’operazione di acquisto di centinaia, od addirittura, mille telecamere, che potrebbere finire per essere utilizzate non per il controllo del territorio, ma per il controllo pervasivo ed invasivo dei comportamenti e delle abitudini di tutti i cittadini messinesi. Una ipotesi inquietante che violerebbe la legge sulla privacy, riportandoci ai tempi di quella famigerata “Stasi”riportata nel film “Le vite degli altri”.
Cosi come ad una “visione deviata” della gestione della cosa pubblica vanno ascritti l’uso impropio dei social network per criminalizzare tutti “i nemici” di turno, senza alcun rispetto per la dignità delle persone oggetto degli attacchi e della “gogna mediatica” senza appello; così come avvenuto, giorni fa, ad agenti della polizia municipale insultati e minacciati, o alla recente ultima messa in scena della incursione negli uffici di un dirigente comunale, reo di non eseguire diktat ed “ordini”, ed oggetto di una autentica istigazione all’odio “social”.
Ma se questo fa parte del “bagaglio” di certi personaggi, quello che ci preoccupa è il silenzio assordante e l’assenza di reazioni e di interventi delle varie isituzioni, a partire dal Prefetto, dei soggetti politici, dei parlamentari e dei consiglieri comunali rispetto a tali “fatti”. Ciò come se si trattasse solo di folclore o “intemperanze caratteriali”, non comprendendo che il disegno è piu subdolo e più sottile e mira, in mancanza di reazioni adeguate, a far gradualmente far lievitare una assuefazione a quella che va assumendo i caratteri di una deriva dispotica ed assolutista”.