“L’intervento alla #chiesanormannadimili rientra nel più vasto piano di recupero che il Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno prevede per i beni di sua proprietà in Sicilia. Dei 500 milioni previsti, il Ministero dell’Interno ci informa che 520mila euro andranno al sito di Mili San Pietro; monumento per cui in questi anni ci siamo impegnati attraverso una continua interlocuzione con gli enti locali e nazionali”. A darne notizia, sui social, è il Coordinamento associativo per la tutela della chiesa normanna di Mili, che riaccende nuovamente i riflettori sulla basilica, da anni inaccessibile, in stato di abbandono e a rischio crollo.
Nel corso degli ultimi anni sono state numerose le iniziative promosse per la salvaguardia della Chiesa, fra incontri, flash mob e appelli (fra i quali quelli della Pro Loco Messina Sud e dell’Associazione Ionio). a mobilitarsi per il monumento anche vari personaggi del mondo dello spettacolo, fra cui l’attore Ninni Bruschetta.
Ieri mattina è stato siglato un protocollo d’intesa a Palazzo Orleans dal ministro Luciana Lamorgese e dal presidente Nello Musumeci alla presenza, tra gli altri, degli assessori regionali all’Istruzione e formazione professionale, Roberto Lagalla, e dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Alberto Samonà. L’accordo fa seguito a un precedente incontro del presidente Musumeci con il prefetto Michele Di Bari, capo del dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione del Ministero. La collaborazione tra Regione Siciliana e Ministero dell’Interno è nata per definire e attuare un Piano di conservazione e restauro delle oltre 260 chiese presenti nell’Isola appartenenti al Fondo edifici di culto (Fec), istituito dal Ministero.
“Ringrazio il ministro Lamorgese – ha detto Musumeci – per avere siglato questo protocollo d’intesa. Oggi abbiamo avviato un percorso di collaborazione che prende il via dai beni culturali e dagli edifici di culto. Dalla Sicilia parte un segnale forte per mettere in sicurezza le chiese che necessitano di restauro, alcune centinaia. Gli interventi conservativi saranno realizzati con risorse dello Stato e tramite le Soprintendenze per i Beni culturali. Sono già 140 i progetti esecutivi. Tutelare parte del nostro patrimonio culturale e riuscire a valorizzarlo – ha aggiunto il presidente della Regione – è importante per rafforzare l’offerta turistica, perché abbiamo voglia di ospitare milioni di visitatori dopo questo anno drammatico. Sono convinto che questa sarà solo la prima di una serie di opportunità di collaborazione istituzionale”.
“Quello firmato oggi – ha sottolineato il ministro Lamorgese – è il primo protocollo di questo tipo che sigliamo in Italia per valorizzare e mettere in sicurezza le chiese del Fec in Sicilia, una regione ricca di bellezze architettoniche, naturali e culinarie. È un protocollo che stabilisce concretamente ‘chi fa cosa’ e prevede un ruolo attivo per le Soprintendenze. Teniamo conto che il Pnrr destina 500 milioni per il restauro delle chiese in tutta Italia, edifici che sono patrimonio importante per il Paese e un fattore di attrazione turistica. È il segnale che per l’Italia la cultura è elemento fondamentale da cui non si può prescindere. Spero – ha concluso Lamorgese – che la collaborazione avviata oggi vedrà le strutture del Ministero e della Regione lavorare assieme ancora più intensamente anche su tanti altri aspetti”.
In base all’intesa, saranno le nove Soprintendenze per i Beni culturali siciliane a redigere le schede progettuali degli interventi da realizzare sui singoli luoghi di culto, predisporre le previsioni di spesa e, infine, affidare la progettazione esecutiva e attuare tutta la fase di esecuzione delle opere. Il Ministero assicurerà il raccordo tra il Dipartimento ministeriale per le Libertà civili e l’immigrazione e le Soprintendenze regionali e farà inserire nel piano annuale del Fec gli interventi di restauro conservativo da attuare, tenendo conto delle risorse del Pnrr. Regione e Ministero, inoltre, si impegnano a collaborare per la catalogazione dei beni culturali e la conservazione e gestione della documentazione storica di proprietà del Fec. Per l’attuazione del protocollo verrà istituito un gruppo di lavoro ad hoc, del quale faranno parte funzionari regionali e ministeriali delle strutture coinvolte.