di Michele Bruno – Stasera Raiuno, dopo “I soliti ignoti” di Amadeus, manderà in onda il film “Il Traditore” di Marco Bellocchio, con protagonista un convincente Pierfrancesco Favino, che si cala nei panni di Tommaso Buscetta, il primo collaboratore di giustizia della storia della Mafia Siciliana, quello che ha portato a galla i segreti di Cosa Nostra, collaborando con il compianto giudice Giovanni Falcone.
Il film vuole dare una versione umana di Buscetta, questa è l’idea di partenza. Buscetta non è semplicemente un criminale da condannare, ma nemmeno un santo. Viene raccontato come un individuo vissuto nel suo contesto storico. il Buscetta de “Il Traditore” è convinto di appartenere ad una mafia con un codice morale ed etico da rispettare, che gli avversari Corleonesi avrebbero stravolto, uccidendo anche bambini e figli degli stessi avversari interni, come capitato a Buscetta stesso (che ha perso i figli dalle mani dell’ex amico Pippo Calò, passato ai corleonesi e interpretato da Fabrizio Ferracane).
Buscetta è davvero convinto, secondo la visione fornita dal film, di non aver mai tradito Cosa Nostra, come lo accusano i corleonesi…anzi, i traditori sono loro.
Al di là del fatto che ai nostri occhi di osservatori oggi le convinzioni di questo personaggio risultino poco veritiere, possono permettere di capire cosa si agita nella mente dell’uomo Buscetta nella sua storia concreta.
Ma a noi può interessare anche per un altro motivo. Vedere all’opera due nostri concittadini che hanno preso parte al film come interpreti. Si tratta degli attori Nicola Calì, che veste i panni del boss Totò Riina, e di Nunzia Lo Presti, che interpreta la moglie Antonietta “Ninetta” Bagarella, anche sorella del boss Leoluca.
L’attrice messinese ha anche lavorato ad Amare Amaro di Julien Paolini, nella parte di Grazia, oltre ad essere una collega giornalista e ad aver collaborato in passato con la nostra testata.
Nel 2017 si diploma presso la Scuola dei Mestieri dello Spettacolo del Teatro Biondo di Palermo, intraprende la carriera di attrice teatrale, apparendo nei palcoscenici già dal 2009. Dal 2018 prende parte a importanti lavori cinematografici, non solo Amare Amaro, ma anche Epicentro, cortometraggio con regia di Leandro Picarella, selezionato per la 75esima Mostra d’arte cinematografica di Venezia, e Momenti di trascurabile felicità, con regia di Daniele Luchetti.
Anche Calì ha una carriera che si snoda dal 1989 tra Teatro e Cinema. E’ attore e regista teatrale: nel 2007 scrive e dirige il lungometraggio L’infernale Litterio, con Enrico Guarneri come protagonista; nel 2008 scrive e dirige al Teatro greco di Tindari Hieros, con la partecipazione di Anna Galiena e Luigi Maria Burruano; nel 2009 appare in Shakespeare horror story del regista messinese Daniele Gonciaruk. Come attore e uomo di cinema nel 2009 cura il casting in Sicilia per il cortometraggio in 3D Il volo del regista Wim Wenders e realizza un cameo nel film Amiche da morire di Giorgia Farina con Claudia Gerini, Sabrina Impacciatore e Cristiana Capotondi.
Il film è stato ammesso in concorso alla settantaduesima edizione del Festival di Cannes oltre a vincere sette Nastri d’argento (miglior film, miglior regia (Marco Bellocchio) miglior attore protagonista (Pierfrancesco Favino), miglior attore non protagonista a due attori diversi (Lugi Lo Cascio e Fabrizio Ferracane), miglior sceneggiatura (Marco Bellocchio, Ludovica Rampoldi, Valia Santella e Francesco Piccolo) miglior montaggio (Francesca Calvelli), ed ha riscosso il plauso unanime della critica e del pubblico.