Il cannabidiolo e le sue proprietà benefiche meritano considerazione anche per le poche controindicazioni associate.
Il CBD o cannabidiolo è stato parecchio al centro dell’attenzione e motivo di dibattito negli ultimi tempi, e non c’è da sorprendersene dal momento che in merito alla sua recente legalizzazione si è scritto e detto di tutto.
Negli ultimi anni parecchie aziende agricole hanno riconvertito il proprio business dedicandosi alla coltivazione della cannabis legale e altre come Justbob, uno dei migliori cbd shop online, si sono concentrate sulla vendita di cannabis legale e derivati.
Ma l’aspetto legato alla legalizzazione non è l’unico a tenere banco. Il CBD infatti gode di grande attenzione da parte dell’opinione pubblica anche per il forte interesse nei confronti delle proprietà benefiche che lo caratterizzano. Non a caso molti studiosi si confrontano e si dedicano alla ricerca su questo tema.
L’obbiettivo principe di questi scienziati è quello di scoprire sempre più evidenze scientifiche per poter incrementare il suo utilizzo nel trattamento terapeutico di diverse malattie e disturbi della salute.
Cos’è il CBD o cannabidiolo.
Il cannabidiolo, identificato più spesso con la sigla CBD, non è che uno degli oltre 80 principi attivi facenti parte della composizione chimica della canapa sativa (pianta appartenente alla famiglia delle cannabaceae). Non si tratta di un componente che fa da comprimario, ma di uno dei protagonisti principali.
Il CBD ricopre un ruolo importantissimo nella cannabis, ma solitamente è soppiantato dalla presenza di un altro principio attivo altrettanto famoso, ovvero il THC (delta-9-idrotetracannabinolo). Quest’ultimo è famoso poiché è la sostanza psicotropa responsabile degli effetti stupefacenti attribuiti alla marijuana.
Tuttavia il CBD svolge un’azione di contrasto al THC e rende i suoi effetti insignificanti o nulli quando è presente in percentuale maggiore, come ad esempio nella marijuana light, che per rispettare i parametri di legalità in Italia deve contenere una percentuale di THC inferiore allo 0,2%.
Al di là della composizione generica, il cannabidiolo in sé è una sostanza che cattura l’interesse di parecchi scienziati in quanto è opinione diffusa che sia fonte di molteplici proprietà terapeutiche. Il fatto che la cannabis venisse usata fin dall’antichità a scopo terapeutico ha probabilmente contribuito a stimolare la curiosità e l’interesse intorno ai suoi effetti, e agli scienziati interessa studiarli e dar loro fondamenti scientifici.
Quali sono gli effetti terapeutici del CBD?
Negli anni passati son stati svolti diversi studi riguardo agli effetti del cannabidiolo e tuttora vi sono diverse ricerche attive. In merito ai risultati riscontrati esistono svariate teorie, alcune verosimili e altre etichettate come pretenziose, ma in linea generale molti scienziati sono concordi sull’identificazione di alcune proprietà terapeutiche del CBD:
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antiossidanti, in grado di contrastare radicali liberi, acne e psoriasi;
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ansiolitiche, in quanto sarebbe utile nei casi di depressione e ansia;
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antipsicotiche;
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antiemetiche e anti-procinetiche, in quanto utili per la nausea, il vomito e i disturbi dell’intestino;
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anticonvulsive, in quanto avrebbe effetto sedativo contro spasmi e convulsioni;
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analgesiche e antinfiammatorie.
Alcuni esempi di contesti in cui son state fatte sperimentazioni e, a dire degli studiosi coinvolti, sono emersi dati incoraggianti sono quello dell’ansia e dell’insonnia, disturbi in cui il trattamento a base di CBD avrebbe evidenziato dei miglioramenti o comunque un’attenuazione dei sintomi.
Anche nel trattamento dell’epilessia inoltre sono stati promossi degli studi sperimentali che hanno manifestato risultati confortanti, con una riduzione della frequenza delle crisi di proporzioni molto soddisfacenti.
Ma se assumere il cannabidiolo comporta miglioramenti da una parte può determinare degli effetti indesiderati dall’altra?
Il CBD ha delle controindicazioni?
Parlare di controindicazioni o effetti collaterali rispetto al CBD potrebbe sembrare quasi inappropriato a seconda dei punti di vista, ma è bene conoscere le situazioni in cui questa sostanza, per quanto non sia fonte di pericoli, può causare effetti indesiderati e necessita di maggiore attenzione.
Il CBD, anche quando assunto in dosi importanti, non implica particolari rischi ed è ben tollerato in condizioni di normalità, ma ci sono alcuni casi particolari in cui sarebbe meglio ricorrere alla prudenza.
Ad esempio il cannabidiolo può determinare un abbassamento della pressione del sangue, pertanto chi soffre di pressione bassa dovrebbe richiedere un consulto medico prima di assumerlo. Allo stesso modo è caldamente consigliato rivolgersi al medico qualora si intendesse assumere il cannabidiolo contemporaneamente ad una terapia farmacologica, in quanto uno degli effetti del CBD è quello di annullare l’azione di alcuni enzimi che svolgono la funzione di smaltire i medicinali.
In condizioni normali un effetto indesiderato e fastidioso per le persone più sensibili potrebbe essere la secchezza delle fauci, ma ciò che è bene tenere a mente è che uno degli effetti più famosi e lodati del CBD, quello di favorire la rilassatezza e il sonno, può trasformarsi in un potenziale pericolo se lo si assume prima di mettersi alla guida, specie se di notte.
Quindi, sebbene non dia dipendenza e non causi particolari effetti collaterali, l’utilizzo del CBD dovrebbe sempre essere accompagnato da maturità e coscienza delle proprie condizioni.