di Martina Galletta – Da qualche settimana a questa parte una colonia felina, sita sul viale Regina Elena, regolarmente registrata presso il comune di Messina, è stata presa di mira da ignoti, che hanno sparso del liquido cancerogeno e velenoso su un muretto del cortile, ove risiedono gli stessi felini, causando forti irritazioni alla stessa tutrice della colonia ed anche danni ad alcuni felini.
La stessa autrice della colonia è stata medicata presso la Guardia Medica ed ha sporto denuncia all’Autorità di Pubblica Sicurezza, poiché sarebbe divenuta vittima di continue minacce verbali e di insulti da parte di alcuni cittadini della zona.
I felini, rende noto la tutrice, sono tutti microchippati e sterilizzati e la stessa ci tiene a precisare che quotidianamente cura e mantiene pulito il luogo dove dimorano i gatti.
Tali particolari sono stati riferiti al Consigliere della V Municipalità Franco Laimo che più volte si è speso per la tutela degli “amici animali”, inoltre lo stesso rappresentante del civico consesso ha immediatamente informato della vicenda l’Assessore con delega alla tutela e benessere degli animali Massimo Minutoli, che si è mostrato sensibile alla questione.
La tutrice della colonia felina in uno sfogo dice : ”Ho fatto l’impossibile per questi gattini, ho speso tutto quello che avevo, ma perdere la mia dignità e quella della mia famiglia mi sembra troppo. Adesso sono in pericolo”.
Non è il primo caso purtroppo che si presenta nella zona, dopo i fatti verificatisi negli scorsi mesi nella non lontana “Scalinata Ringo” che hanno visto la morte per avvelenamento di 4 gattini di un’altra colonia felina registrata nel quartiere.
Ricordiamo che le colonie feline sono punti di aggregazione di gatti liberi, più o meno numerosi, che convivono e frequentano abitualmente una determinata area, pubblica o privata (persino condominiale), eventualmente accuditi e nutriti grazie all’aiuto di volontari.
Questa forma di raccolta tiene sotto controllo la presenza degli animali sul territorio, la loro salute ed anche le nascite, evitando così di incrementare la problematica del randagismo.
Le colonie possono essere registrate presso il Comune ove si trovano da un responsabile, un referente, solitamente un volontario, che viene formalmente incaricato al fine di gestire la colonia per tutto ciò che attiene il suo mantenimento, salvo che per le spese veterinarie che rimangono a carico dell’Ente.
Il Comune riconosce e favorisce l’attività del responsabile, fornendo, se possibile, cibo, cartellonistica atta a segnalare la presenza di una colonia felina e permettendo l’accesso dei volontari alla colonia quando necessario.
I gatti appartenenti alle colonie feline vengono censiti, ne viene promossa l’adozione e sono sterilizzati dalla Autorità Sanitaria Locale che provvede, in seguito, al loro reinserimento nella colonia di appartenenza.
La legge inoltre tutela il benessere degli animali.
Bisogna ricordare e sottolineare che la legge nazionale che ha riconosciuto e che tutela le colonie feline è la Legge n. 281 del 1991 (“Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo”).
L’art. 1 della disposizione normativa menzionata è chiara nello stabilire che “Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente”.
L’art. 2, “Trattamento dei cani e di altri animali di affezione”, stabilisce, al comma VII, che “È vietato a chiunque maltrattare i gatti che vivono in libertà”. Ancora, al comma VIII, precisa: “I gatti che vivono in libertà sono sterilizzati dall’autorità sanitaria competente per territorio e riammessi nel loro gruppo”. La disposizione, nei successivi commi IX e X, statuisce che i gatti in libertà possono essere soppressi soltanto se gravemente malati o incurabili e che gli enti e le associazioni protezioniste possono, d’intesa con le unità sanitarie locali, avere in gestione le colonie di gatti che vivono in libertà, assicurandone la cura della salute e le condizioni di sopravvivenza.
Si può ricordare, infine, l’articolo 4, “Competenze dei comuni”, che, al comma secondo, prevede: “I servizi comunali e i servizi veterinari delle unità sanitarie locali si attengono, nel trattamento degli animali, alle disposizioni di cui all’articolo 2”.
A tal proposito è bene ricordare che maltrattamenti e abusi su animali sono , dunque, considerati ormai reati da tempo.
È bene agire sempre legalmente e soprattutto con coscienza.
Il consigliere Laimo aggiunge infine: “chiunque sia presente dinnanzi ad atti vandalici contro animali, vada a denunciare subito l’accaduto”.