“Fr***o perso”, “Per questo militanza è parlare dei suoi pruriti sessuali”, “Fatelo tornare giù e vedi come lo pestano, tanto a questi piace pure”. Queste solo alcune delle frasi che un professore dell’Università di Messina ha rivolto su Facebook ad un ragazzo queer bisessuale, subito dopo che quest’ultimo aveva pubblicato sui social una riflessione sul “cat-calling”.
La violenza omolesbobitransfobica è all’ordine del giorno, anche nei contesti universitari, ma stavolta qualcosa è andata diversamente: dopo che il ragazzo ha denunciato l’accaduto, le associazioni LGBTQ+ della nostra città sono scese in campo e non vogliono lasciar correre. Dopo aver supportato il ragazzo in questione nel denunciare il professore alle autorità competenti, hanno deciso di rendere pubblica la vicenda pubblicando una lunga lettera del ragazzo in questione chiedendo all’Università una presa di posizione decisa.
Leggendo la sua lettera la gravità della situazione è ancora più lampante, scrive il ragazzo:
“Da un mio commento riguardo il cat-calling su un gruppo privato (da cui è stato bannato per sessismo e omofobia), iniziò a commentare miei vecchi post insultando me e i miei amici, dicendo che “gli etero non ci avrebbero dovuto mettere al mondo” e poi, facendo screen dei miei post, pubblicandoli sul suo profilo, incitò i suoi amichetti ad andare sul mio profilo sostanzialmente ad insultarmi, dando il meglio di sé. (…) In quel momento ho pensato: e se lo rifacesse? Se lo rifacesse con uno più piccolo, con meno reti, esattamente come Davide 7 anni fa? Altre vite devastate? Per questo questa volta ho deciso di denunciare, perché oggi sono in una comunità, oggi al mio fianco ci sono Liberazione Queer+ e Arcigay Messina insieme ad altre realtà: non sono solo, mai più.”
Liberazione Queer+ Messina, che da qualche tempo ha attivato uno sportello per raccogliere segnalazioni e supportare le vittime di violenza omolesbobitransfobica, sulla vicenda è sul piede di guerra: “E’ già molto grave se fosse accaduto in un contesto non accademico, ma così è veramente assurdo. Con la nostra Consultoria ci siamo attivati per rispondere a segnalazioni come queste, è ora che l’Università faccia la sua parte” ha dichiarato Salvo Bertino, referente dell’associazione.
Ad attivarsi anche due associazioni studentesche dell’UniMe, Link e UDU fanno sapere che hanno scritto una lettera al Rettore per avere un incontro, dichiara Michelangelo Billé di Link Messina: “Che sia successo ad opera di un professore universitario non ci stupisce, diciamo da tempo che c’è bisogno di una politica strutturale per arginare i fenomeni di omolesbobitransfobia all’interno dell’Ateneo. Adesso il Rettore ci incontri, insieme troveremo una soluzione”.
Rincara la dose Alice Borgia di UDU “La violenza di genere è all’ordine del giorno, questo vale per la comunità LGBTQ+ e per tutte le studentesse. Siamo convinti che il Rettore vorrà incontrarci per progettare insieme interventi sia sul piano dei regolamenti che della formazione”.