Cresce la difficoltà ma lo Squalo dello Stretto non molla. Nonostante diventi sempre più complicato il percorso che avvicina Vincenzo Nibali al 10/o Giro d’Italia di ciclismo della sua carriera (due li ha pure vinti, nel 2013 e 2016). Il corridore siciliano ieri mattina è tornato ad allenarsi sulle strade di casa, nella zona di Lugano, dopo un periodo trascorso in ritiro al Teide, ma è finito a terra rimediando la frattura del radio destro, come hanno evidenziato gli esami strumentali ai quali è stato sottoposto dopo la sciagurata caduta.
Un incidente che mette a rischio la partecipazione del siciliano alla corsa rosa anche se il diretto interessato, dalla sua pagina facebook promette: “Farò anche l’impossibile per essere al via del Giro d’Italia”.
“Faccio fatica a trovare le parole per descrivere l’enorme dispiacere che provo. Anzi, non ce ne sono. Un incidente banale con conseguenze disgraziate che, purtroppo, mette in seria discussione tutti gli sforzi fatti per preparare le prossime gare. E’ un verdetto che devo accettare. Domani mi opero e poi comincerò un percorso, non semplice e non immediato, per cercare di essere al via del Giro. Questo è l’obiettivo che ho davanti e farò anche l’impossibile per centrarlo. Promesso.”
Nibali avrebbe dovuto partecipare al prossimo Tour of The Alps, l’ex Giro del Trentino, che torna quest’anno dopo la soppressione per pandemia del 2020, ma anche alla Liegi-Bastogne-Liegi, dove non è mai andato oltre il secondo gradino del podio. Invece, adesso è atteso da una sfida ancora più difficile e complicata: recuperare in 24 giorni da questo ‘contrattempo’ e presentarsi al via di Torino – sabato 8 maggio – nelle migliori condizioni fisico-atletiche possibili. Ci riuscirà? Nessuno riesce a prevederlo.
Solo dopo l’operazione sarà possibile ipotizzare un dettagliato percorso di recupero, quindi fare le necessarie valutazioni sulla partecipazione di Nibali al Giro d’Italia che, in questo momento, resta altamente a rischio. Nibali, tuttavia, non è nuovo a recuperi-lampo: già nel 2018, dopo avere subito la frattura composta della decima vertebra cervicale, mentre affrontava la salita dell’Alpe d’Huez al Tour de France, finì sotto i ferri per accelerare il recupero in vista del Mondiale di ciclismo su strada a Innsbruck (Austria), dove avrebbe gareggiato poco più di due mesi più tardi. Non ottenne un grande risultato, ma riuscì a indossare la maglia azzurra, dopo una corsa contro il tempo passata attraverso la Vuelta di Spagna. Anche questa volta, per provare l’assalto alla terza maglia rosa finale della carriera, sarà chiamato a fare miracoli. Nessuno se la sente di lanciarsi in ipotesi prima che il corridore finisca sotto i ferri; il tempo stringe, è vero, ma nulla è perduto. Per adesso. Gli organizzatori della corsa rosa sperano di non perdere un possibile protagonista, alla Trek idem.