“C’è lo sport, fondamentale per il benessere psico-fisico e per l’economia. Ma alla politica sembra importare poco. Men che mai all’amministrazione comunale. Non produce consenso elettorale”. Interveniene ponendo l’accento sul futuro dello Stadio Francesco Scoglio il consigliere comunale Massimo Rizzo, che vede alla base un principio di trasparenza amministrativa.
“Tutti sanno che, all’incirca un anno fa – ricorda Rizzo – fu pubblicato un bando per l’affidamento dello stadio. Personalmente ne sono stato un fautore, cosi come da tempo chiedo invano che anche gli altri impianti sportivi siano gestiti con trasparenza ed efficienza. E però il bando è risultato un flop. La mancanza di visione politica e la totale assenza di una programmazione hanno trasformato il bando in una mera questione amministrativa piuttosto che in un’occasione di rilancio e di sviluppo. Ma tant’è. Questo ha comportato che non è stata espressa alcuna capacità attrattiva nei confronti di imprenditori nazionali ed internazionali e che vi partecipasse una sola società. Deludente ma legittimo.
E però, da fonti giornalistiche, sembrerebbe che l’offerta presentata sia di quelle importanti, per le risorse finanziarie da impegnare e per la durata della concessione richiesta. Ne siamo davvero lieti se può rappresentare una chance di riqualificazione dello stadio e dell’area circostante.
Tuttavia, concluso (a quanto pare) il lavoro della commissione Urega sembra essere calata una inquietante cappa di silenzio sulla intera questione.
Eppure, l’importanza del bene comunale che dovrebbe essere concesso in gestione, la durata della concessione richiesta, la mole di risorse finanziarie necessaria, i riflessi di natura sportiva che ne potrebbero derivare imporrebbe di accendere i fari sulla tematica, nel nome di una massima trasparenza. Ovviamente, ed è persino superfluo precisarlo, nulla contro la società che sta esercitando un proprio diritto e che, anzi, con le necessarie garanzie, potrebbe offrire un’occasione di rilancio e di investimenti sul nostro territorio. Il tema è un altro. C’è un’intera comunità sportiva (e non solo) che pretende di conoscere tutti i dettagli dell’operazione. E legittimamente. Il futuro di un impianto sportivo pubblico così importante non può essere deciso (col massimo rispetto) soltanto da una commissione tecnica. Chi amministra una città ha il dovere di chiedere tutte le garanzie indispensabili e predisporre gli strumenti contrattuali a tutela dell’interesse pubblico.
Si impegna la gestione di uno stadio per le prossime generazioni e per i prossimi decenni: la città ha il diritto di conoscere tutti i dettagli? La risposta, a me, appare scontata. Ricordo che all’altare dell’affidamento ai privati è stata sacrificata la stagione dei grandi eventi ed i concerti, concluse le restrizioni dovute all’epidemia, si terranno in un’altra città. La miopia amministrativa ha già causato questo gravissimo danno, economico e di immagine.
Su una vicenda così complessa ed importante, il palazzo deve essere ancora più trasparente, senza scaricabarile di puro burocratismo.
Peraltro, da sempre, Palazzo Zanca in tema di gestione di impianti sportivi non è che brilli per capacità amministrativa…
Ci attendiamo, insomma, una presentazione pubblica dell’offerta che la società ha avanzato, dei suoi progetti, delle sue idee e delle necessarie garanzie. E di comprendere il punto di incontro e di condivisione tra il legittimo interesse privato e quello pubblico.
E tutto ciò prima che l’iter sia formalmente concluso…
Attenderò il tempo necessario, convinto che ciò avverrà. Altrimenti eserciterò le funzioni di controllo che la legge mi attribuisce. Ovviamente sempre con animo sereno”.