La provincia di Messina è la 17esima tra le province italiane per incidenza delle imprese dell’economia del mare sul totale dell’economia. Questo quanto emerge dallo studio commissionato dall’Ente camerale al Centro studi delle Camere di commercio “Guglielmo Tagliacarne”, presentato questa mattina nell’ambito della terza riunione della Consulta marittima “Consolato del mare”.
«L’analisi ha inteso approfondire la conoscenza di un settore importante per l’economia della provincia messinese – spiega il presidente della Camera di commercio, Ivo Blandina – con l’ultimo studio disponibile, riferito al 2018. Sono in corso di elaborazione il 2019 e il 2020. Sono dati che, da un lato, ci permettono di avere una fotografia sulla situazione preesistente alla pandemia e alle sue drammatiche conseguenze, e dall’altro, costituiscono un’importante base per iniziare a ragionare sull’impatto della blu economy nel nostro territorio e raccogliere, così, eventuali segnalazioni per trasformarle in idee e proposte concrete. Fino a questo momento, è mancata una visione unitaria del settore legata al mare: un obiettivo che la Consulta marittima intende perseguire sin dalla sua istituzione, coinvolgendo tutti gli attori istituzionali».
E’ stata la segretaria generale dell’Ente camerale, Paola Sabella, a presentare il rapporto, evidenziando come, al 31 dicembre 2018, le imprese dell’economia del mare registrate in provincia di Messina ammontino a 4.248 unità, rappresentando il 6,9% del totale imprese della provincia, e come il 50% circa delle imprese della Blue economy messinese appartenga al settore dei servizi di alloggio e ristorazione, mentre il 14,7% alla filiera ittica.
«Come si evince dall’analisi – afferma la segretaria generale – con le sue 4.248 imprese blu, Messina è l’ottava provincia in Italia per numero di imprese della Blue Economy. Nel 2018, l’economia del mare ha prodotto 46,7 miliardi di valore aggiunto, attivandone 87,8 miliardi nel resto dell’economia, per un ammontare produttivo complessivo pari a 134,5 miliardi di euro. In altre parole, ogni euro prodotto dalla blue economy ne ha attivati 1,9 nel resto dell’economia. Nello stesso anno, nella provincia di Messina, la filiera del mare nel suo complesso ha prodotto un valore aggiunto pari a 805 milioni di euro, il 7,9% del totale economia, attivando quasi 1,6 miliardi di euro di ricchezza nel resto dell’economia e assommando, dunque, un totale produttivo di quasi 2,6 miliardi di euro: il 23,1% del valore aggiunto prodotto dall’intera economia messinese».
Gli 805 milioni di euro di valore aggiunto prodotti dall’economia del mare nel territorio messinese sono stati realizzati dall’attività dei 19,8 mila occupati nell’intero comparto, che incidono per il 9,9% sul totale dell’occupazione del Paese.
«Messina occupa una posizione di tutto rispetto tra le province siciliane – prosegue Paola Sabella – il contributo della provincia alla produzione del valore aggiunto complessivo regionale è pari al 18,7%, secondo solo a quello di Palermo (28,6%). Analogo il discorso riferibile agli occupati siciliani nella blu economy: il 16,8% di essi lavora a Messina; il 24,9% a Palermo».
Il settore che più degli altri contribuisce all’economia del mare messinese è quello del turismo, al quale si collega strettamente il comparto delle attività sportive e ricreative. Il 23,8% delle imprese della Blue Economy della provincia di Messina sono guidate da donne, mentre le imprese blu di under 35 sono 446, pari al 10,5% delle imprese. Più contenuto, invece, il contributo delle imprese straniere.