Richiamano alla concretezza dei passagi amministrativi nove sigle cittadine che sul tema del risanamento hanno ricordato al sindaco Cateno De Luca che “il diritto non consente di creare comitati ristretti d’affari che, usando le baracche, fanno e rifanno la città a proprio piacimento”.
MessinAccomuna, Rete 34+, Liberazione Queer+ Messina, +Europa, Cub Messina, Arcigay, Potere al Popolo, Prc circolo P. Impastato e Cmdb in una nota scrivono:
“Tra aranciate, gattini e Danili Lo Giudici, ospiti permanenti dei suoi show, Cateno ci informa che “Palermo e Catania sono furbe e fanno squadra, mentre a Messina siamo coglioni”.
Il riferimento per questa dotta disquisizione è la legge sul risanamento e le baracche. Apprendiamo così che è colpa “di quel fallito di D’Uva” se Cateno non può fare il commissario e risolvere il problema in due minuti.
Cateno, se c’è una colpa questa è vostra: avete proposto dei disegni di legge impresentabili, che non hanno fatto altro che rallentare i lavori del risanamento.
Il diritto italiano non consente di creare comitati ristretti d’affari che, usando le baracche, fanno e rifanno la città a proprio piacimento. Il tempo che trascorri la notte a studiare insieme ai tuoi sodali, avresti fatto meglio a passarlo negli anni dell’università. Lì avresti imparato che un commissario ha poteri limitatamente a un problema e non mano libera per fare ciò che vuole di una città. E, magari, sempre lì la tua rappresentante in Parlamento Matilde Siracusano avrebbe imparato che il principio di leale collaborazione tra istituzioni non è un accordo scritto né un protocollo. Nessuna sorpresa, dunque, che la proposta sia finita com’è finita… era la debita fine di un testo che faceva ridere.
De Luca, bocciato!”